giovedì 31 dicembre 2009

mercoledì 16 dicembre 2009

La verità e il suo contrario

L’atteggiamento a dir poco preoccupante da parte del Presidente del Consiglio e del suo Governo, non va mai trascurato. Non dimentichiamo, infatti, il modo di amministrare che questo Governo mette in atto (26 voti di fiducia all'anno, più quello sulla finanziaria che scippa i lavoratori del TFR e attinge alle pensioni. 26 mostruosamente grande come numero), privando di fatto il Parlamento di quello che è il proprio ruolo trasformandolo in una sorte di corte monarchica che altro non fa, attraverso i propri servi, che trasmettere le decisioni prese dal Re. Continue e spudorate leggi "ad personam" che come unico scopo hanno quello di far sfuggire chi ha probabilmente commesso dei reati alle proprie responsabilità. Ascoltando le parole dell'Onorevole Cicchitto - già membro, insieme a “qualcun altro” , della loggia massonica Propaganda 2 (P2), che aveva tra i propri scopi anche quello di effettuare un colpo di stato in Italia - nel discorso del 15/12/09 alla Camera dei Deputati che, tra le altre cose, ha additato - come anche Maroni - tra i colpevoli del clima di odio internet ed in special modo facebook, si capisce chiaro e nitido come sia in atto il tentativo, continuo e sempre più insistente e crescente, di far apparire come verità ciò che è il contrario di essa.
Tra l'altro, mi verrebbe da chiedere al Ministro Maroni come mai non ha avuto gli stessi pensieri di censura delle idee quando fu scoperto il razzista gruppo della lega nord di Mirano che inneggiava alla violenza sugli extracomunitari (parlava di bruciarli) a cui erano iscritti tra gli altri il capogruppo della Lega Nord Cota (finto buono), Bossi (insieme al suo geniale figlio Renzo), ed altri esponenti di quel civilissimo partito che è la Lega Nord. Ecco, si cerca il colpevole altrove, soprattutto dove si vede libertà di espressione (Internet, anche se a volte si eccede, ma basterebbe, per arginare gli eccessi, applicare semplicemente le leggi già esistenti), e si preferisce additare persone come Marco Travaglio (ma anche altri) che hanno come unica colpa quella di raccontare i fatti nella maniera in cui essi accadono, raccontano la verità, e questo – in questo particolare momento storico e con questo Governo – non deve accadere. Certe cose, tante cose, non si devono sapere, ed il non sapere corrisponde all’essere ignoranti e, come si sa, un popolo ignorante è molto facile da Governare e trasportare dove si vuole, attraverso la menzogna che, continuata e sistematica tramite la cassa di risonanza dell'informazione asservita e controllata, deve tramutarsi, come una crisalide, in verità. Ecco, i giornalisti come Marco Travaglio sono l’antidoto a tutto ciò, usano come arma non la violenza psicologica o verbale (che porta a quella fisica), ma la verità, i fatti e – come diceva Montanelli – l’archivio. E’ ovvio che risulti scomodo a chi per governare usa l’esatto opposto; a chi non vuole che in giro ci siano i saperi e le verità. Personalmente credo che il clima di violenza ed odio che si sta sviluppando sia figlio soprattutto di chi non rispetta le Istituzioni, a meno che queste non si assoggettino ai suoi voleri.
A voler lanciare una provocazione potrei dire che, per paradosso, lo spregevole ed ingiustificabile episodio di violenza di cui è stato vittima il Presidente del Consiglio è arrivato, pur nella sua drammaticità e ingiustificabilità, come manna dal cielo, in quanto ha permesso di far dimenticare con effetto immediato le parole che soltanto pochi minuti prima il Premier aveva pronunciato contro le prime due principali Istituzioni italiane: la Presidenza della Repubblica e la Corte Costituzionale, mancandogli di fatto di rispetto per l’ennesima volta. Non è, anche questo, inneggiare alla violenza?

martedì 8 dicembre 2009

Violante 1 - Violante 2

Mi è capitato di ascoltare in tv alcune dichiarazioni di Luciano Violante, il quale, rispondendo ad alcune domande giornalistiche, porgeva al mondo due suoi pensieri su altrettanti argomenti.

Violante 1: sulle dichiarazioni del pentito Spatuzza, che associava i nomi di Dell'Utri e Berlusconi ad esponenti di spicco della mafia siciliana, il nostro eroe dichiarava che: premesso che le dichiarazioni di un pentito come Spatuzza, il quale - a detta di Violante - è e resta un assassino, sono da verificare in maniera estremamente approfondita e che il compito di ciò spetta solo ed esclusivamente alla magistratura (bontà sua). Detto ciò, sempre secondo Violante, va analizzata la politica oggi. Il nostro pensatore spiegava che con l'avvento di Berlusconi la politica ha subìto un cambiamento profondo di tipo carismatico. Berlusconi avrebbe infatti portato un mutamento che ha reso i partiti carismatici attraverso il carisma dei propri leader, per cui non è più il partito a dare carisma al suo leader ma l'esatto contrario. Quindi, attraverso l'acrobatica analisi di Violante, l'essere possibilista a venire incontro alle richieste di impunità del premier, non vuol dire salvare Berlusconi dai suoi guai giudiziari ma, bensì, si tratta di proteggere e salvare la politica (leggasi i partiti) che non può essere nelle mani di pentiti come Spatuzza.
Forse qualcuno dovrebbe comunicare al Sig. Violante che, invece di arrabattarsi in analisi stile Looney tunes, si convinca a rendere carismatico il proprio di partito e, attraverso esso, il proprio leader, invece di scopiazzare il modo di fare politica della destra e nel contempo elemosinare un po' di protagonismo attraverso la mentalità jurassica e controproducente (tranne che per il nostro eroe e sodali compari) dell'inciucio.

Violante 2:Sulla manifestazione del "No B Day", il nostro eroe, nel tentativo di spiegare il diniego a partecipare da parte del suo partito (PD), sosteneva che il suo partito non partecipava a manifestazioni che avevano come unico bersaglio un singolo e che, fermo restando il riconoscimento del diritto di manifestare ed il successo del "No B Day", le manifestazioni si dovevano fare contro un sistema politico e non, appunto, contro una singola persona.
Forse qualcuno dovrebbe spiegare al Sig. Violante che la manifestazione del "No B Day" era, appunto, una manifestazione contro il sistema politico attuale che, in questo momento storico, si basa su una singola persona, come lui stesso afferma (vedasi Violante 1), contraddicendo se stesso e dimostrando che, pur di difendere le proprie teorie made in inciucio, è capace di dire una cosa e un minuto dopo affermare l'esatto contrario.

Orbene, ascoltando queste dichiarazioni, contraddittorie verso loro stesse, in linguaggio politichese di uno pseudo politico a cui viene spontaneo fare harakiri per mezzo delle proprie allergie mentali che nulla lasciano ad un possibile spazio per un qualsivoglia miglioramento tramite rinnovamento generazionale che trasporti al vertice dei partiti una classe dirigente di nuove menti e non inquinati saperi, vien da augurarsi un'unica cosa: speriamo che questa generazione di dinosauri della politica si estingua al più presto.

giovedì 26 novembre 2009

“MALEDETTI VOI….!”

Pubblico una lettera di Alex Zanotelli, lettera che non ha bisogno di nessun commento, và solo letta, assimilata e diffusa.

"Non posso usare altra espressione per coloro che hanno votato per la privatizzazione dell’acqua , che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca, nei confronti dei ricchi :” Maledetti voi ricchi….!”
Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell’acqua .
Noi continueremo a gridare che l’acqua è vita, l’acqua è sacra, l’acqua è diritto fondamentale umano.
E’ la più clamorosa sconfitta della politica. E’ la stravittoria dei potentati economico-finanziari, delle lobby internazionali. E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.
A farne le spese è ‘sorella acqua’, oggi il bene più prezioso dell’umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’aumento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese(bollette del 30-40% in più, come minimo),ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all’anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Chi dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, potrà pagarsi l’acqua? “
Noi siamo per la vita, per l’acqua che è vita, fonte di vita. E siamo sicuri che la loro è solo una vittoria di Pirro. Per questo chiediamo a tutti di trasformare questa ‘sconfitta’ in un rinnovato impegno per l’acqua, per la vita, per la democrazia. Siamo sicuri che questo voto parlamentare sarà un “boomerang” per chi l’ha votato.
Il nostro è un appello prima di tutto ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà. Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente comune, dai Comuni.
Per questo chiediamo:
AI CITTADINI di:
-protestare contro il decreto Ronchi , inviando e -mail ai propri parlamentari;
-creare gruppi in difesa dell’acqua localmente come a livello regionale;
-costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.
AI COMUNI di:
-indire consigli comunali monotematici in difesa dell’acqua;
-dichiarare l’acqua bene comune,’ privo di rilevanza economica’;
-fare la scelta dell’AZIENDA PUBBLICA SPECIALE.
LA NUOVA LEGGE NON IMPEDISCE CHE I COMUNI SCELGANO LA VIA DEL TOTALMENTE PUBBLICO, DELL’AZIENDA SPECIALE, DELLE COSIDETTE MUNICIPALIZZATE .
AGLI ATO:
-ai 64 ATO( Ambiti territoriali ottimali), oggi affidati a Spa a totale capitale pubblico, di trasformarsi in Aziende Speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini.
ALLE REGIONI di:
-impugnare la costituzionalità della nuova legge come ha fatto la Regione Puglia;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell’acqua.
AI SINDACATI di:
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
AI VESCOVI ITALIANI di:
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, dove si parla dell’”accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni o discriminazioni”(27);
-protestare come CEI (Conferenza Episcopale Italiana) contro il decreto Ronchi .
ALLE COMUNITA’ CRISTIANE di:
- informare i propri fedeli sulla questione acqua;
- organizzarsi in difesa dell’acqua.
AI Partiti di:
- esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell’ acqua;
- farsi promotori di una discussione parlamentare sulla Legge di iniziativa popolare contro la privatizzazione dell’acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.
L’acqua è l’oro blu del XXI secolo. Insieme all’aria , l’acqua è il bene più prezioso dell’umanità. Vogliamo gridare oggi più che mai quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese : “L’aria e l’acqua sono in assoluto i beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili- sono parole dell’arcivescovo emerito di Messina, G. Marra. L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto,e pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche , che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile.”
Alex Zanotelli


P.S. Grazie a D. che me l'ha inviata.

martedì 24 novembre 2009

Lettera di Luciana Littizzetto al direttore della rivista "For Men Magazine"

"Lo confesso. Ho ceduto alla tentazione di comprare la nuova rivista maschile "For men magazine". Del resto, come potevo resistere agli affascinanti argomenti annunciati dalla copertina (che, tra parentesi, ritrae un tizio con una faccia da pirla e un asciugamano di spugna bianca che fa tanto’figo da spogliatoio’)? Almeno quattro i titoli memorabili:
- "Falle dire basta stanotte!"
- "Ricco entro Pasqua: 15 idee geniali"
- "Trucchi:mangi il doppio diventi la metà"
- "Smetti di fumare e voli ai Caraibi".
Non vorrei deludere il geniale direttore Andrea Biavardi, ma a far dire "BASTA" a una donna siete già tutti bravissimi da soli poiché di solito ne abbiamo abbastanza dopo i primi tre minuti. La vostra difficoltà sta nel farle dire "ANCORA!", al limite. Ci pensi su, per il prossimo numero.
Riguardo allo slogan "Ricco entro Pasqua", beh signor Biavardi, se vuole fare le cose fatte bene, nel prossimo numero alleghi anche due simpatici gadget: passamontagna e chiave inglese.
Alla promessa "Mangi il doppio e diventi la metà", invece, tenderei anche a credere. Bisogna vedere la metà di cosa. Io se mangio il doppio, signor Biavardi, divento l’esatta metà del Partenone, in effetti.
Infine, sempre in copertina, campeggia la scritta "Smetti di fumare e voli ai Caraibi". Guardi signor direttore, io non ho mai conosciuto uno che abbia smesso di fumare e che sia andato in un’isola tropicale a festeggiare. In compenso ho sentito un sacco di gente che ha cominciato a fumare sostanze illecite e s’è fatta certi viaggi senza neanche uscire di casa che lei neanche si immagina.
Ma questo è solo l’inizio. Una s’illude che il peggio sia già tutto in copertina e invece no, il meglio è all’interno! A pagina 52 c’è un avvincente e istruttivo servizio con tanto di foto redazionali su "come slacciarle il reggiseno" che tiene conto dei vari modelli (classico, seduttivo, sportivo…). A parte l’intelligenza del servizio in sé, vorrei soffermarmi sul consiglio per slacciare rapidamente il modello sportivo, che è: "Se lei è spiritosa dacci un taglio con le forbici!". Biavardi, io le garantisco che sono una donna alquanto spiritosa, ma se un uomo che magari conosco da poco, in un momento d’intimità mi tira fuori dal taschino un paio di forbici, io come minimo penso che sia il mostro di Milwaukee e nella migliore delle ipotesi gli assesto un calcio nelle palle che il mese dopo il soggetto in questione passa dal suo For Men Magazine a Donna Moderna. A pagina 50 poi, si tocca l’apice grazie ad un servizio che affronta la spinosa questione: "Se l’iguana domestico ci prova con tua moglie". Nell’articolo si sostiene,infatti, che ci sono diversi casi di molestie sessuali da parte d’iguana nei confronti di donne con il ciclo. Senta signor Biavardi, lei l’ha mai vista una donna col ciclo? Mi segua signor direttore, non parlo di una donna in sella al motorino. Parlo della donna in quei giorni lì. Ecco guardi, io in quei giorni ho la cera del cugino It e l’affabilità di Godzilla, non mi si avvicinerebbe a meno di cento metri un velociraptor si figuri un iguana.
E infine, l’apoteosi vera e propria: il test "sei uno stallone o una schiappa?".
Le domande sono tra le cose più esilaranti che io abbia mai letto in vita mia. In pratica sei ritenuto uno stallone se rispondi sì a domande come questa:
"Ti è mai capitato di farlo con una donna e poco dopo, con la sua compagna di stanza?" Risposta: "Un sacco di volte! Alla casa di riposo ‘Domus Mariae".
O "Di essere chiamato da una donna che ti chiede se può venire da te alle nove del mattino?" Rispoasta: "Sì certo, da una rappresentante della Folletto".
Mi fermo qui. Donne, consoliamoci: noi una volta al mese avremo pure le nostre cose, ma loro una volta al mese hanno For Men Magazine in edicola.
Mica lo so chi sta peggio!!"

Sito di Luciana Littizzetto

P.S. Grazie a Pino per la mail

martedì 17 novembre 2009

Scudi di menzogne

Chi è del Governo che diceva che lo scudo fiscale italiano era uguale a quello degli USA? La risposta è che non era uno solo, ma molti esponenti del cosiddetto Governo italiano sostenevano questa enorme panzana.
Vero è che gli Stati Uniti hanno anch'essi applicato una sorta di scudo fiscale, ma, chi ne ha voglia, provi a fare un giochino modello "Settimana enigmistica", giochino che si chiama "Scopri le differenze, ovvero, aguzzate la mente". In cosa consiste il gioco? Nello scoprire le differenze tra lo scudo fiscale italiano e lo scudo fiscale USA.
Bene, è questo il gioco che vorrei far fare a quei nostri pseudo-governanti che sostenevano che lo scudo fiscale italiano e quello applicato dagli USA erano, e sono, la stessa cosa.
Quando questi signori "onorevoli" se ne andranno fuori dai co...oni sarà sempre immensamente tardi.

martedì 27 ottobre 2009

Le mani in tasca...degli altri

Barbarossa, flop a spese nostre

Tra le tante voci di spesa, ci sono 400 costumi, 100 carri falcati, 200 armature (perfette riproduzioni realizzate in India), 4.550 cavalli, 12 mila comparse, più i cachet degli attori, incluso Raz Degan nei panni di Alberto da Giussano. E tutto il resto, naturalmente. Spesa finale: 30 milioni di dollari, compresa la postproduzione per le 800 scene trattate con effetti speciali digitali.

Chi ha pagato? Al 60 per cento imprenditori privati vicino alla Lega, al 40 per cento la Rai: 12 milioni di euro di soldi dei contribuenti, quindi, a pesare sul bilancio già drammaticamente in rosso della tivù pubblica.

Soldi che, ormai è certo, non torneranno mai indietro: nei cinema "Barbarossa" è un flop e l'incasso dei botteghini - secondo le previsioni - non coprirà nemmeno un terzo delle spese sostenute.

L'ultimo spreco di denaro pubblico ha un nome e cognome preciso: Umberto Bossi, capo della Lega e grande sponsor politico del progetto, nonchè amico personale del regista e pure presente in un cameo nella pellicola di Renzo Martinelli.

Berlusconi insomma ha usato la Rai (che imporrà il film in due puntate anche sul piccolo schermo) per tenersi buono l'alleato di governo, a spese nostre.

Dev'essere questo il famoso "Roma ladrona", lo slogan con cui la Lega ha mosso i suoi primi passi fino ad arrivare direttamente a usufruire del bottino.

Fonte

mercoledì 21 ottobre 2009

Il risultato della semina

Chi semina rettitudine raccoglie onestà.
Chi semina inciuci raccoglie...
Buona visione.




Fonte

sabato 17 ottobre 2009

Frammenti di pillola rossa

Nessuna esposizione di pensiero. Solo l'invito a pensare con la propria testa e trarre le proprie personali conclusioni.


Parte 1


Fonte parte 1


Parte 2



Fonte parte 2

mercoledì 7 ottobre 2009

Siamo stati spiati per 7 anni. Tutti!

Internet, navigatori spiati per 7 anni
registrata ogni visita a qualunque sito


Tutto il traffico 'catturato' da quattro grandi aziende di telecomunicazione
"Gli italiani un popolo rassegnato ad essere intercettato o controllato"

La privacy? Dice un dirigente dell'autorità garante: "Chiunque tra il 2001 e l'inizio del 2008 abbia usato la rete internet deve sapere che quattro tra i maggiori fornitori di accesso del paese (Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3g) quattro compagnie di telecomunicazione, hanno registrato tutto il traffico di quegli anni. Non tutti lo facevano con la stessa profondità, e lo abbiamo specificato nei nostri provvedimenti del 17 gennaio 2008. Non è nemmeno detto che lo abbiano fatto in modo continuo dal primo all'ultimo giorno. Però quella raccolta di dati avveniva e il pretesto era che bisognava tenersi pronti per rispondere alle richieste dell'autorità giudiziaria. Il punto è che raccogliere i dati personali in quel modo e con quella rozzezza espone gli stessi investigatori ad errori e valutazioni sbagliate".

Insomma, cari utenti di internet di quegli anni, siete avvertiti: da qualche parte esisteva (e "dovrebbe" non esistere più) un complesso sistema di grossi hard disk sui quali c'erano gli indirizzi (URL) di tutte le nostre pagine internet visitate. "Tutte, ma proprio tutte". Più le password che immettevate per entrare nella vostra mail, i codici di accesso alla banca (se il sistema non era protetto) e anche sì, la password di quel sito un po' scollacciato che ogni tanto allieta una vostra serata un po' uggiosa. Per non parlare di chat e messaggi posta. Tutto era "captivato" e tutto era leggibile.

Ora, dal gennaio del 2008 non lo è più (e sì che resistenze da parte di magistratura e apparati di polizia, perché si continuasse con la rete a strascico, ce ne sono state). Non solo: in Italia è stato anche adottato il sistema dello "Ip univoco" che rappresenta un passo avanti in materia - in Inghilterra, dopo gli attentati del 2005, è successo qualcosa di simile e su scala più ampia.

Domanda: ma quelle informazioni sono poi state davvero distrutte? Questo non lo sa nessuno, ma il funzionario dice che non ha motivo di ritenere che non lo siano state. E il problema della traccia e della completa tracciabilità elettronica delle nostre vite resta, ma non è detto che sia irrisolvibile.

L'ingegner Cosimo Comella è il dirigente dell'Autorità per la protezione dei dati personali che ha detto queste ed altre cose al seminario organizzato a Roma dal "Pasion", un progetto sulla protezione dei dati finanziato dall'Unione europea proprio nella sede dell'Autorità, con la presenza sia dell'attuale (Francesco Pizzetti) che del primo presidente (Stefano Rodotà). Comella ragiona che il pubblico e i media si indignano o si allarmano per questioni anche superficiali: "Non mi spiego perché il nostro provvedimento del 2008 che mise fine a quella situazione fu sostanzialmente ignorato dai giornali". Ma qui si apre un capitolo assai grosso: la sensibilità di ognuno di noi al tema "protezione dei dati", non privacy, come prega di dire il presidente Pizzetti.

Perché siamo forse un paese rassegnato: non solo al traffico, all'evasione fiscale e all'esistenza della mafia. Ma anche all'idea che contro la violazione delle nostre vite non si può fare niente. Risulta da un'indagine di opinione mostrata al workshop. Così guardiamo con rassegnazione al fatto che le aziende, ormai in modo dichiarato, facciano indagini attraverso Google sulle persone che presentano una domanda di assunzione. Lo fanno, non è un mistero. "E' ormai diventato quasi inutile avere un curriculum" dice il garante Pizzetti, "Quella è solo la nostra versione della nostra vita, poi sarà messa al vaglio di motori e social netwiork".

Noi italiani siamo rassegnati all'idea che internet sia intercettata e studiata in un modo che ci indignerebbe per qualsiasi altro mezzo. Eppure succede ben altro che l'intercettazione malandrina. E accettiamo in modo supino che la politica pensi e legiferi alla rete senza rendersi conto di cosa sta maneggiando. Pizzetti e Rodotà si esprimono in modo diverso, ma le loro analisi portano esattamente a questo punto: che governi e parlamenti ricorrono a controlli e censure sempre più approfonditi e indiscriminati perché di fatto non conoscono l'oggetto di cui parlano.

Si può far qualcosa per impedire che un datore di lavoro ci studi su Google e scopra che dieci anni fa, dopo una festa di laurea, ci siamo fatti uno spinello? Non si può fare molto. E se la misura - sostiene Rodotà - è solo l'autocensura, ne deriva un danno devastante della libertà personale e di espressione. Perché se sappiamo di essere spiati cambiano anche i nostri pensieri".

Invece si può fare molto perché la nostra posta non sia spiata, perché le nostre "pagine viste" non siano spiate da chi non deve, perché il nostro comportamento non diventi solo e soltanto il grano che viene macinato nei mulini del "marketing comportamentale" sul quale vengono investiti milioni di dollari ed euro ogni anno.

Si può fare qualcosa e una delle risposte è nel lavoro dei crittografi. La crittografia è una branca della matematica coltivata da pochi, che viene chiamata in causa solo quando si parla di cose militari. Ma che potrebbe - è l'argomento di Giuseppe Bianchi, matematico e crittografo all'università Roma 2, che lavora in vari progetti Ue - trovare soluzioni concrete ed efficaci: possiamo avere uno "pseudonimo" registrato, che permetta di "mostrare al vigile la patente senza dire il proprio nome". Si può pensare a messaggi di posta che dopo un certo periodo si autodistruggano scomparendo dalla disponibilità di spioni e ficcanaso. Si può pensare a sistemi che controllino chi scarica abusivamente contenuti coperti da copyright senza frugare nell'attività online della persona. Serve una politica avvertita e colta. E un'opinione pubblica che non dica: "Non c'è niente da fare".

Articolo di VITTORIO ZAMBARDINO su repubblica.it

Fonte

domenica 4 ottobre 2009

Chiedete scusa e subito dopo dimettetevi!

I nostri turisti del Parlamento sono riusciti a perdere anche quando avevano la vittoria in pugno.
La cosiddetta opposizione - dopo aver disertato i banchi del parlamento anche poche ore prima, facendo sfumare l'occasione di bocciare lo scudo fiscale attraverso una mozione di costituzionalità presentata dall'IDV - aveva la possibilità di far andare sotto la maggioranza di governo in un voto di fiducia (lo scudo fiscale) facendo apparire l'eventualità della caduta del Governo Berlusconi e la possibilità di poter tornare alle urne per rinnovare il Parlamento. Ma i signori dell'opposizione erano assenti in aula in numero sufficiente da battere anche le assenze, numerosissime, della maggioranza di Governo, riuscendo così a perdere - e far perdere agli italiani - una grossissima occasione per mandare a casa questo penoso Governo Berlusconi.
Assenti: 24 Parlamentari del PD; 7 dell'UDC; 1 dell'IDV. Per vincere bastavano 20 voti.
Tutti questi signori assenti accampano ora scuse per giustificare quello che non si può. Chi era ammalato doveva andare comunque a votare, ci sono persone che lavorano davvero, che vanno al lavoro anche con 38 di febbre; chi era in missione non doveva andarci, quando c'è un voto di fiducia in Parlamento si deve essere presenti, è per questo che si è stati eletti.
Questi signori, e a tutti quelli che in qualche modo giustificano dette assenze, dovrebbero fare una sola cosa: chiedere scusa, ed un secondo dopo dimettersi e togliersi dalle scatole per sempre.

Questo l'elenco degli assenti:
24 PD: Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Carra, Codurelli, D'Antoni, Esposito, Farina, Fioroni, Gaione, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri, Misiani, Pistelli, Pompili, Porta, Portas.
7 UDC: Bosi, Ciccanti, Drago, Libè, Pisacane, Ruggeri, Volontè.
1 IDV: Misiti.


Ecco le imbarazzanti, surreali e deliranti giustificazioni di D'Alema, e non solo, che tenta di minimizzare il proprio, e l'altrui, assenteismo

giovedì 1 ottobre 2009

Lo scudo alle mafie e agli evasori

Questo scudo fiscale oltre ad essere un aiuto alle mafie e agli evasori di peggior risma, è anche e soprattutto uno stupro della dignità delle persone che le tasse le paga regolarmente, ed è anche per rispettare questa legalità che - probabilmente, per non dire sicuramente - la maggior parte di esse non arriva a fine mese. A questo punto, se Lei firma Presidente, conviene non pagarle più.
Ossequi.



martedì 29 settembre 2009

Piccole soddisfazioni

E' senza dubbio appagante appurare che ciò che avevo scritto nel mese di gennaio sulla cosiddetta "guerra tra procure" (Catanzaro vs Salerno) viene riconosciuta dalla Procura di Perugia - competente sull'indagine nei confronti della procura di Salerno a seguito della denuncia presentata da quella di Catanzaro - come una giusta lettura dei fatti.
Ovviamente il sottoscritto non millanta di essere un genio, anzi. Non feci altro che analizzare con obiettività la vicenda, informandomi attraverso la rete e tirando le mie personalissime conclusioni che oggi, con mia personalissima piccola soddisfazione, risultano essere state esatte, secondo quello che afferma la Procura di Perugia.
"Accuse infondate e fasulle" riporta il blog "Antefatto.it" con un articolo a firma di Marco Travaglio apparso anche su "Il Fatto Quotidiano" di oggi 29/09/09.
Ripeto, da parte dell'autore di questo piccolissimo blog senza pretese non c'è alcuna intenzione di esporre vanitosi vessilli con la scritta "Io l'avevo detto", ma sicuramente c'è una gran voglia di chiedere a coloro che all'epoca attaccarono la Procura di Salerno, all'unanimità trasversalmente da destra a sinistra e senza attendere l'evolversi delle inchieste se, ora che tutto è chiarito, hanno quantomeno il coraggio di chiedere scusa a: Luigi Apicella; Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani.
Mi permetto di dubitarne.

Leggi l'articolo su Antefatto.it

Leggi il post pubblicato su questo blog il 25/01/2009

domenica 27 settembre 2009

A Peppino Impastato

C'è un signore a Ponteranica (BG) che vuole apportare dei cambiamenti in un luogo di cultura quale è una biblioteca. Questo signore è il Sindaco (leghista) che ha deciso - in perfetto stile con la mentalità del proprio partito - che tutto ciò che non è delle sue parti non vale nulla, e così il nostro eroe, trovandosi a passare (aggiungo io, presumibilmente per caso davanti ad un luogo di cultura) si ritrova a leggere una targa intestata alla memoria di un certo Peppino Impastato. Chi sarà costui?, deve essersi chiesto l'omino, uno che lotta contro la mafia e da essa viene ucciso non può che essere del nord, ma se non lo fosse?
L'omino nel dubbio avvia una ricerca, meglio essere sicuri di quello che si fa. Il responso della ricerca è devastante per l'omino. Impastato è siciliano. Siciliano? E che ci fa una targa intitolata ad un siciliano davanti ad una biblioteca della padania? Situazione intollerabile, occorre porvi rimedio. Così l'omino decide che la targa dello "sconosciuto" siciliano deve essere rimossa all'istante, al suo posto si ponga una targa intitolata a qualcuno del posto. Ad un padano.

Solo chi è "l'utilizzatore finale" delle cazzate partorite dal proprio cervello neuronicamente nullo può fare un simile scempio della memoria di una delle più importanti figure della lotta alla mafia. Lotta che gli è costata la vita, prezzo che Peppino Impastato sapeva di poter pagare.
Provi lui, il sindaco, a cercare di immaginare di riuscire ad avere anche la sola lontana idea di poter soltanto cominciare a pensare di riuscire a trovare l' 1% del coraggio che aveva Impastato.
Provi lui a lottare contro la mafia in prima linea e metta in gioco la sua di vita invece di essere quel portatore sano di scempiaggini quale dimostra di essere.

Leggi da "Bergamonews" - Ponteranica, settemila per Impastato
"I valori non si cancellano"

martedì 8 settembre 2009

Senza titolo

Qui non servono parole, ma solo orecchie e cervello.




Fonte

mercoledì 2 settembre 2009

Il cattivo odore dell'indifferenza

Una volta i poliziotti cercavano di reprimere le manifestazioni violente con la forza, queste manifestazioni, il più delle volte, erano organizzate da giovani manifestanti politici che in molti casi finivano in scontri con la polizia.
Oggi non si sopprime più la violenza (o presunta tale), oggi si sopprime la parola e con essa la dignità.
Siamo ormai alla repressione della idee.
I docenti precari della scuola italiana sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso sui tagli selvaggi prodotti dal Ministro Gelmini. Anche a Salerno i docenti precari si sono recati presso l’Ufficio Scolastico Provinciale per manifestare pacificamente, ma con forza, contro i tagli selvaggi fatti a colpi di mannaia dal Ministro, ma, pur essendo in tanti, erano soli.
Si ha la sensazione che si sia arrivati al “si salvi chi può”.
I tagli riguardano qualcun altro e finchè riguardano qualcun altro, e non noi, meglio far finta di nulla. Affari loro.
Più il rumore della protesta sale e più le persone sembrano voltarsi dall’altra parte, cercando magari di lavare la sporcizia della propria coscienza annegandola con overdose di tv che definire spazzatura vuol dire fargli un complimento.
Il mondo della scuola non è immune dall’infezione dell’egoismo, dal virus del mors tua vita mea.
Nel mondo della scuola si stanno pagando a carissimo prezzo quei piccoli egoismi degli anni passati. Ciascuno infatti pensava (ma forse sarebbe meglio dire credeva) di coltivare il proprio orticello. Se venivano penalizzati i non docenti, i docenti non appoggiavano coloro che decidevano di lottare. Di contro, se venivano penalizzati i docenti, il personale non docente non appoggiava chi decideva di opporsi con iniziative di vario genere. Nessun corporativismo, nessuna unione di intenti, divisi nella stessa barca che tutti sapevano piena di buchi, ma ciascuno pensava a trovare il posto per se in un angolo asciutto, mentre la barca continuava ad affondare lentamente. Non c’è stato nessun bisogno di attuare il divide et impera, la scuola ha fatto tutto da se. Ed ora ci si ritrova con l’acqua alla gola sotto i colpi di mannaia con la speranza di essere tra quelli che non verranno colpiti.
Si salvi chi può.
Quei precari erano soli a manifestare, anzi, non erano soli, di fronte a loro c’erano i poliziotti in assetto antisommossa, mentre i manifestanti cercavano attraverso la propria presenza fisica di non farsi vedere come un numero o una percentuale, ma come persone che lottano per la sopravvivenza. Molti di loro non avranno altre possibilità, saranno condannate alla disperazione.
E mentre questi precari manifestavano (pacificamente), la polizia era lì, e una di loro, una poliziotta, rivolgendosi ad alcuni insegnanti ha detto, con tono evidentemente provocatorio, che erano peggio dei bambini e dei teppisti. Chissà cosa farebbe questa poliziotta se gli togliessero il lavoro all’improvviso, e con esso la sicurezza di poter contare su un’entrata economica che oltre a permettere di sfamare i propri figli consente di tenere eretta la bandiera della propria dignità.
Forse questa poliziotta non sa cosa vuol dire essere giunti alla disperazione, vien quasi voglia di augurarglielo, ma è meglio di no.

martedì 1 settembre 2009

La tortura della vergogna

Nei giorno scorsi si è assistito alla scoperta di una pagina di facebook intestata alla sezione di partito della lega nord di Mirano, il cui logo (o immagine) era lo stemma della lega con una scritta nella parte inferiore di esso che recitava: "Immigrati clandestini: Torturali! E' legittima difesa". La pagina aveva chiari risvolti razzisti, ma lo scalpore si è acuito nel momento in cui si è scoperto che tra gli aderenti al gruppo creato dalla sezione della Lega di Mirano, c'erano, tra gli altri, l'onorevole Roberto Cota, portavoce nazionale della Lega Nord; l'Onorevole Umberto Bossi, Ministro della Repubblica; Renzo Bossi, figliol prodigo (nonchè prodigio del nulla) del Ministro Bossi. Sono seguiti articoli sui quotidiani nazionali, polemiche, smentite, cancellazioni dal sito "incriminato", tentativi di giustificazioni che facevano impallidire le peggiori favole mai raccontate. Nasceva nel frattempo, sempre su facebook, un gruppo dal nome "Cancelliamo la pagina della Lega Nord di Mirano" (questo il link) che chiedeva, appunto, la cancellazione di quello di Mirano (cancellazione che poi gli amministratori di facebook hanno provveduto ad attuare).
Il dibattito in quest'ultima pagina si è molto animato (prosegue tutt'ora), tra le varie tesi che ho letto (e contrastato) le più ricorrenti erano queste: la Lega non c'entra nulla, noi non siamo razzisti. Il responsabile sarà denunciato e perseguito. Cota, Bossi, e gli altri leghisti sono stati vittime di un sabotaggio frutto di qualche cretino, Il segretario della sezione di Mirano ha già fornito spiegazioni e tutto è finalmente chiarito"
Tutto chiarito? Proviamo ad analizzare.
Se si prova a guardare le date d'iscrizione dell'On. Cota, di U. Bossi etc... si scopre che esse risalgono a molto tempo addietro rispetto allo scoppio dello scandalo.
Il Segretario della sezione della Lega di Mirano si è giustificato affermando che gli avevano rubato la penna usb contenente i dati sensibili per accedere all'account di facebook. Si prende atto delle parole del segretario della sezione della Lega di Mirano, ma non si può non precisare che lascia quantomeno perplessi che egli non abbia denunciato la cosa agli amministratori del social network in modo da bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di sabotaggio, evitando così di lasciare in balia di malintenzionati la pagina ufficiale della lega nord di Mirano. Questa spiegazione è di una sterilità stravolgente, sarebbe stato molto più credibile se avesse cercato di farci credere che la terra è piatta!
E' vero che ci sono dei cretini che fanno queste cose su internet, ma non è detto che questi cretini debbano per forza essere dei "semplici" cretini. Probabilmente in questo caso i cretini erano "illustri".

giovedì 27 agosto 2009

Videocracy

Democrazia dittatoriale e censura preventiva e pregiudiziosa da parte dei servi timorosi e timorati.
La RAI, pagata da tutti i cittadini, ha rifiutato ti trasmettere il trailer del film Videocracy
Appena esce, tutti a vedere il film VIDEOCRACY.
Il film uscirà in Italia il 4 settembre prossimo distribuito dalla Fandango di Domenico Procacci. La RAI si è quindi rifiutata di trasmettere dalle proprie reti il trailer del film, adducendo motivazioni che definire surreali vorrebbe dire fargli un complimento. Secondo la RAI si tratta di un messaggio politico e, in quanto tale, se non c'è un contraddittorio subito dopo, non si può trasmettere. Queste dunque le motivazioni con le quali la RAI ha accompagnato la risposta di rifiuto della trasmissione del trailer. la tv di Stato (e quindi dei cittadini) spiega che, anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa una critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto.
Paurosamente pazzesco!!!
Ma non è tutto. Tra le motivazioni c'è anche che il film veicolerebbe un "inequivocabile messaggio politico di critica al governo", solo perchè proietta i dati con cui l'Italia (ad esempio) viene collocata al 67mo posto nelle pari opportunità, o la posizione abissale che occupa per libertà di stampa, tali dati vengono proiettati in alternanza con immagini di Berlusconi, e per questo sarebbe una chiara critica al Governo. Da questo si deduce quindi, che in Italia proiettare dati ufficiali affiancandoli (o alternandoli) all'immagine di colui che ha immensamente più di chiunque altro contribuito a far precipitare l'Italia in fondo alle classifiche prima citate, è assolutamente proibito.
In RAI sarebbero preoccupati del fatto che nel film si mostra questo dato: "L'80% degli italiani utilizza la tv come principale fonte di informazione". Quindi il collegamento tra chi è Capo del Governo rispetto alla principale società radiotelevisiva privata, non solo evidenzierebbe di nuovo il problema del conflitto di interessi, ma - soprattutto - potrebbe anche far pensare che attraverso la tv il Governo potrebbe orientare in maniera subliminale le convinzioni dell'italico popolo influenzandole a proprio favore al fine di assicurarsene il consenso.
La verità non si deve dire, soprattutto se questa verità vuole raccontare fatti e responsabili di essi. D'altronde si sa, se un fatto non viene raccontato, non esiste.
La RAI ha rifiutato di trasmettere il trailer, provate ad indovinare cosa ha risposto Mediaset.

Ecco il trailer




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giovedì 20 agosto 2009

Meravigliosa

Canzone bellissima.
Video pazzesco.

Per chi ama la buona musica anni 80, un grande gruppo




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lunedì 17 agosto 2009

Senza titolo

Oggi, come sempre, mi andava così.




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sabato 8 agosto 2009

Le menzogne che vengono a galla

Ascoltate con attenzione il passaggio di quando parla dell'incontro avuto con la cisl e la uil. Menzogne in serie.
Per non dimenticare.




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Ridiamoci sopra

A parte poche cose, ci sta quasi tutto.




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mercoledì 5 agosto 2009

Evviva...

Missione compiuta. Gioiamo.
Finalmente abbiamo azzerato i fannulloni colpendoli al cuore e costringendoli a rinunciare al loro bieco assenteismo. Ce l'abbiamo fatta renatino.
La vittoria è schiacciante ed inopinabile, talmente schiacciante che non abbiamo più bisogno di lasciare a regime le leggi che ne hanno decretato il trionfo.
Non più orario continuato di reperibilità da parte del dipendente in caso di assenza per malattia; si torna al vecchio orario.
Non più trattenute in busta paga in caso di malattia; pensa a tutto il decreto.
Tanto, anche se ora lo sanno che se si mettono in malattia nulla gli verrà trattenuto e che possono anche uscire in determinate fasce orarie, i dipendenti pubblici non prenderanno malattie fasulle, non ci sono più fannulloni, li abbiamo annientati!
Bravo renatino, gliel'abbiamo fatta vedere a questi fannulloni del pubblico impiego, tsè.
E tutto nel giro di un anno circa. Sei un grande...ehm...
Sai ora le risate che ci faremo quando ci verranno a dire che era tutt'altro che un tentativo di raddrizzamento della barca del pubblico impiego, che si trattava solo di una questione di risparmio di denaro, di cavalcare e conquistare il malcontento popolare dandogli in pasto la pubblica amministrazione, boccone lanciato da chi la doveva rappresentare. E poco male se il Decreto per lo Sviluppo Economico n. 78 del 01/07/2009 (art. 17, comma 23, lettere a, b, c, d, e; comma 24) sembra sputtanarti...già pregusto le risate renatino, non hanno capito proprio nulla...o si?...
Ad ogni modo hai ragione tu, quel Nobel dovevano dartelo.

martedì 21 luglio 2009

Ferie

Buone ferie a tutti. In particolare ai tre temerari che hanno deciso di diventate passeggeri fissi di questa modesta nave: Lisy, Jihan, Ben. Grazie.

Ci vediamo al ritorno.

martedì 14 luglio 2009

Sciopero


Questo blog aderisce allo sciopero manifestando il proprio dissenso contro la legge bavaglio del DDL Alfano.

martedì 7 luglio 2009

La parte pericolosa del nulla

Complimenti all'onorevole salvini. Che fosse solo un ignobile razzista lo si sapeva; che fosse un portatore sano di demenza lo si sapeva; del perchè appartenesse al partito della lega nord lo si sapeva; e si sapeva anche che egli è il contrario di una testa pensante. Quello che non si sapeva era il perchè della sua esistenza. Ora è chiaro anche questo: il suddetto esiste solo per occupare spazio sul globo terracqueo, null'altro.



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domenica 5 luglio 2009

Sapremo la verità?

Sarebbe interessante conoscere quello che c'è dietro e sotto questa faccenda dall'apparenza immorale, ma che potrebbe nascondere scenari ben più sorprendenti di quello che finora è saltato fuori.

Parte prima


Parte seconda


Parte terza


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martedì 30 giugno 2009

Un saluto...

Un saluto attraverso un omaggio ad un uomo che, in qualsiasi modo abbia scelto di trascorrere il proprio vissuto, è, e resta un immenso grandissimo artista.
Buon viaggio.






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lunedì 29 giugno 2009

Intimidazioni sottovalutate?

Cercavano le registrazioni...chissà perchè...




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lunedì 22 giugno 2009

A Neda


Neda era lì con il padre.
Neda manifestava per la libertà.
Neda aveva l'ideale di chi crede in un ideale.
La morte ha spento gli occhi di Neda, ma non è riuscita a chiuderglieli.
L'ultima immagine che gli occhi di Neda hanno visto è stato il mondo che la guardava, e lei ha guardato il mondo negli occhi. E qualcuno, nel mondo che vive, ora, forse, ha aperto i propri di occhi.

Gruppo per Neda su Facebook

venerdì 19 giugno 2009

Post dedicato

Post dedicato soprattutto agli elettori del centro destra con una domanda:
Siete contenti di come stanno andando le cose in Italia?




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domenica 14 giugno 2009

La rete ingabbiata

Eccoli di nuovo gli squali, affamati della dignità altrui, provare ad inghiottire la libertà che in internet è sovrana.
Il DDL sulle intercettazioni nasconde all'interno di esso la trappola per imprigionare la rete e l'intero contenuto ideologico libero che essa contiene. Un contenuto libero da copiright che non passa attraverso alcun filtro semplicemente perchè non ha bisogno di farlo; un contenuto puro in tutta la sua interezza, nel bene e nel male, che il popolo di internet mette a disposizione di chiunque.
Uno scambio di conoscenza che non ha pari nel mondo proprio perchè globale. Un continuo evolversi attraverso blog, forum o siti come you tube, my space, etc. che con questo DDL rischia di interrompersi solo perchè al governo chi legifera su internet legifera su qualcosa che non conosce internamente, ma che conosce benissimo esternamente. Ed è infatti l'effetto all' esterno che internet produce l'unica fonte di attenzione a cui questi signori si sono dedicati. Imbavagliare la libertà di pensiero e la possibilità che internet ha di fornire verità che spesso vengono "sotterrate", è un obiettivo che un governo come il nostro attuale insegue da tempo ormai (anche se va ricordato come anche il governo di centrosinistra, con la proposta D'Alia - poi ritirata -, ci ha provato).
Va fatta sentire la nostra voce. Va fatto conoscere il nostro dissenso. Va difesa la nostra libertà di pensiero. Va fatta qualsiasi cosa che - attraverso ogni strada legale percorribile - possa impedire un simile stupro della dignità e della libertà delle persone.

sabato 13 giugno 2009

Lo specchio rotto

Le recenti elezioni per il parlamento europeo hanno messo in evidenza il perchè siamo governati dal Governo di centrodestra. Il motivo - secondo me - è di una banalità disarmante ma al tempo stesso di enorme gravità. La banalità sta nel fatto che dall'altra parte - il centrosinistra - non c'è niente. Il nulla a sinistra ha vinto e regna sovrano. Il PD è perennemente avvolto nella morsa cloroformica della vecchia nomenklatura che tutto vuole fuorchè rinnovarsi, a meno che il rinnovamento non sia "gattopardiano". Si sente parlare della possibile candidatura a leader di Massimo D'alema: il nuovo che avanza. La gravità sta nel fatto che questi signori si rifiutano di prendere atto che devono farsi da parte, che il loro tempo è passato, che di tempo se ne sono preso tanto a scapito del nostro e che è giunto il momento di sparire. Come dovrebbe reagire l'elettore alla notizia di una possibile leadership del PD da parte di D'alema? La mia visione è il fuggi fuggi generale in cerca di una valida alternativa. Ma quale? La cosidetta "sinistra estrema"? I signori Ferrando e Vendola meriterebbero il primo premio per il miglior peggior suicidio politico e per il perfetto omicidio della dignità ideologia dell'elettore di quella sinistra.
Una volta la sinistra italiana si poteva vantare con orgoglio di essere la migliore in Europa. Le sinistre degli altri Paesi europei attingevano dalla cultura di quella italiana, la quale faceva scuola. Era un bellissimo specchio che si forgiava delle bellissime menti che l'avevano formato e lavorato. Quello specchio rifletteva un' immagine meravigliosa di quell'ideologia di cui andare fieri e di cui oggi si sente, con nostalgia, la mancanza. Oggi quello specchio si è rotto, i leader delle formazioni della sinistra estrema hanno trovato il modo di dividersi, annullandosi reciprocamente e riducendosi a zero. Hanno rinunciato a trovare un punto d' incontro (che c'è sempre!), non sono riusciti a non cedere alla tentazione di saziare la propria narcisistica vanità intellettuale di chi si illude di conoscere tutte le risposte senza avere idea di quali siano le domande, e questo ha di fatto annullato l'dentità ideologica dell'elettore di quella parte e ucciso il bisogno che c'era di avere la presenza di quell'ideologia all'interno del Parlamento europeo (ma anche in quello italiano).
Quel bellissimo specchio è ora ridotto in frammenti, ognuno dei quali riesce a riflettere solo il vuoto dell'inutilità di cui è fatto.

domenica 24 maggio 2009

Da quanto tempo non guardi il cielo?





Grazie ad un amico che mi ha fornito il materiale.
Questa la vista dei cieli di Bergamo pochi giorni fa, ma in tutt'Italia si nota lo stesso fenomeno.
Scie chimiche. Cosa sono? A cosa servono? Perchè gli aerei che le "seminano" non hanno insegne e sono completamente bianchi? E' vero che sono dannose per l'uomo? Sono un'arma? Sono un progresso della scienza a fin di bene? E se si, perchè nessuna informazione viene fornita? Come mai nessuna autorità spiega tale fenomeno?
Tante, troppe domande che, come al solito, restano senza risposta. La sensazione di essere pedine inermi e sacrificabili poste su di una scacchiera, rende rabbiosamente angosciante qualsiasi tipo di analisi del fenomeno in questione, e le possibili ed ipotetiche risposte alle domande, portano ad altre domande.
Guardate il cielo di tanto in tanto.

giovedì 30 aprile 2009

Applausi

Il termovalorizzatore gia terminato al 99 per cento era stato bloccato dalla magistratura per gravi irregolarità. Non capisco perché allora Bassolino è un delinquente e Bertolaso (anche lui già due volte Commissario con pieni poteri) è un eroe . Nell'ennesima telenovela dell’uomo di Arcore tutti a dire che ha fatto il miracolo, ma invece ha solo completato l'uno per cento del lavoro, scaricato un pò di immondizia in Nord Italia dove i bravi Padani hanno acconsentito e lasciato il resto nella provincia di Napoli (comprese le famose ecoballe a milioni ancora intatte). Finale: l’uomo di Arcore vince le elezioni, i Padani hanno le ronde, Bertolaso (probabilmente) la figlia Eurodeputata e i Napoletani ancora tanta immondizia che però in TV non si vedrà.
Applausi.

martedì 21 aprile 2009

La satira

La satira è fatta da uomini che analizzano avvenimenti e li rappresentano attraverso pensieri messi in grafica che possono spingersi talvolta al punto estremo dell'argomento trattato. Arte di pensiero trasmessa al pubblico che viene stimolato alla riflessione ed indotto al sorriso in un tutt'uno che a causa di ciò viene reso opportuno, puntuale ed importante nell'analisi sintetica dell'argomento questionato.
Questa, secondo me, l'idea e la funzione della satira, che mai può essere pericolosa, se non nel momento in cui qualcuno decide di additarla e demonizzarla, urlando contro essa e sproporzionandone in tal modo i significati ed i contenuti, deformando di conseguenza l'impatto successivo alla proposizione di essa che altro non era se non una fastidiosa/elegante stoccata di fioretto e che invece (grazie a chi non la accetta per quello che è) può diventare un colpo di pistola.

venerdì 17 aprile 2009

L'archivio Genchi

Certo che abbiamo corso un gran pericolo con le intercettazioni del Dottor Genchi. Tutti intercettati eravamo, tutti. In special modo gli indagati e i conviventi con il malaffare. E questo gran pericolo fece scomodare la preoccupazione del Presidente del consiglio, il quale consigliava di attendere "l'esplosione" dell'apertura dell'archivio Genchi, che avrebbe messo a nudo - secondo il premier - l'abuso che questo signore perpetrava ed attuava ad insaputa di tutti noi malcapitati, vittime di tale ignobile abuso. Certo poi sono subito spuntati i fabbricanti di cattivi pensieri, che hanno subito collegato le dichiarazioni del berlusca al decreto-bavaglio, definendo i proclami allarmistici del premier una sottospecie di scusa il cui unico scopo era atto a giustificare l'imbavagliamento di tutte le voci libere che intendevano pubblicare e documentare intercettazioni ormai libere da segreto istruttorio, anche quelle che riguardavano i parlamentari implicati (presumibilmente) in nebulosi (per usare un eufemismo) affari. Questi comunisti...
Si è poi scoperto che il Dottor Genchi è un profondo conoscitore della legge, un ottimo attuatore di essa ed un abile oratore, questi tre ingredienti fusi tra loro hanno prodotto un cocktail inaspettato per i suoi interlocutori, i quali sono stati, volta per volta, disintegrati nei vari dibattiti televisivi, e questo ha messo in mostra la differenza tra chi parla con conoscenza cognitiva e chi invece parla perchè lo deve fare, magari con lo scopo unico di "linciare" attraverso la gogna mediatica il bersaglio di turno. Ma stavolta l'effetto prodotto è stato l'esatto contrario, l'assalto mediatico si è rivoltato contro gli assalitori facendogli fare una figura meschina. Genchi produceva documentazioni circostanziate che poco lasciavano spazio alle opinioni, rivelava inoltre particolari scottanti su omicidi eccellenti di giudici antimafia da tutti presi ad esempio, almeno a parole. Tali particolari in un paese da definire quantomeno normale, avrebbero prodotto, come minimo, un'inchiesta tesa a chiarire dette rivelazioni, ma l'Italia non dev'essere una paese normale, visti gli sviluppi della faccenda. Infatti, Genchi è stato indagato - atto dovuto, sembra -, i suoi computer sono stati sequestrati, molti politici - da destra a sinistra - si sono compiaciuti di ciò senza farne neanche troppo mistero. Ma, ahimè, Genchi si rivolge al tribunale del riesame di Roma, e questi, dopo aver condotto l'inchiesta ed esaminato il tutto, che fa? Da ragione a Genchi, adducendo motivazioni del tipo: "non ha violato le guarentigie dei parlamentari interessati all’acquisizione dei tabulati", e ancora: "agiva di volta in volta in forza del decreto autorizzatorio del pm De Magistris, comunicandogli ogni... coinvolgimento di membri del Parlamento intestatari delle utenze", Genchi era accusato anche di accesso all'anagrafe delle agenzie delle entrate, anche su questo i giudici gli danno ragione: "non è dato comprendere il nocumento per la sicurezza dello Stato", ma soprattutto "il tribunale non rinviene la norma di legge".
Tutto questo mi fa apparire nella penombra del mio inconscio un embrione di pensiero che consiglia di considerare la possibilità di potermi dover porre una leggera domanda nella domanda: Ma vuoi vedere che Genchi in tutta questa faccenda ha ragione? E se lui ha ragione, chi ha torto?

giovedì 26 marzo 2009

Pensiero mai pensato

Il bisturi affonda cercando di asportare il male, ma il chirurgo sta sbagliando il punto.
Uomo, la cui esistenza è dimostrata dalle mani che dal buio spuntano ammanettate.
Uomo senza faccia.
Uomo senza sguardo.
Uomo prigioniero della propria libertà.
Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono.

venerdì 6 marzo 2009

La rivoluzione

"Lo sai cos'è una rivoluzione? Una rivoluzione sono degli uomini ricchi che leggono libri, che vanno da uomini poveri che non leggono libri, e gli dicono " Hey, quà è tutto da cambiare, anche a costo della vita". Poi i più furbi tra gli uomini ricchi che leggono i libri, si siedono intorno ad un tavolo e si mettono d'accordo nel convincere la povera gente che non legge libri a fare la rivoluzione, e la povera gente muore, mentre gli uomini furbi che leggono i libri, mangiano e si ingrassano intorno al tavolino della rivoluzione. E alla fine? Alla fine la rivoluzione ha vinto, ma nulla è cambiato. Gli uomini furbi che leggono i libri hanno aumentato la loro ricchezza, mentre gli uomini poveri che non leggono libri restano gli uomini poveri che non leggono libri, solo che ce n'è qualcuno di meno."

Giù la testa (coglione) - Sergio Leone

domenica 25 gennaio 2009

Asservitevi o sarete schiacciati

La vicenda della cosiddetta "guerra tra procure" ha avuto il suo punitivo epilogo con appariscente contorno di menzogne mediatiche sapientemente (ma molto poco in realtà, per chi si informa) servite su un piatto dato in pasto obbligato alla nostra amorfa italica società, nell'assoluto silente atteggiamento di chi decide di non informare della verità vera e preferice piegare il proprio essere a 90° aspettando con servile piacere che il padrone di turno ne stupri la dignità.
Nessuna parola da parte dei media sul fatto che la Procura di Salerno aveva tutti i legittimi diritti - secondo quello che stabilisce la Legge, la cui norma di riferimento è la L. n. 199 del 2003 - di fare quello che ha fatto nei confronti della Procura di Catanzaro. Nessuna parola sul fatto che Salerno da sette mesi chiedeva alcuni atti - ai fini dell'inchiesta che stava legittimamente conducendo - a Catanzaro, la quale continuava a negarli attraverso un ostruzionismo penoso e illegale. Nessuna parola sul fatto che Catanzaro, dopo che Salerno era andata a prendersi detti atti con una legittima perquisizione, mettendo a sua volta sotto sequestro gli atti e aperto una indagine su Salerno, commetteva una illegale ed illegittima azione di abuso di potere, in quanto non aveva nessuna titolarità nel poter indagare Salerno, avrebbe infatti dovuto rivolgersi a Napoli. Nessuna parola sul fatto che, dopo i proclami punitivi del ministro alfano, il tribunale del riesame di Salerno, al quale alcuni indagati si erano rivolti per l’annullamento del provvedimento di perquisizione e sequestro emesso dalla procura di Salerno, rigettava il relativo ricorso, affermando di fatto che Salerno non aveva commesso nessuna irregolarità o abuso nel compiere le azioni - compresa la perquisizione - di indagine nei confronti di Catanzaro. In sostanza, secondo il tribunale, l’impianto accusatorio approntato dai magistrati della procura di Salerno, con particolare riferimento alla qualificazione del fascicolo "Why not" quale "corpo del reato", è corretto. In altre parole, la cosiddetta "guerra tra procure" non è mai esistita.
Insomma, aveva ragione Salerno al 100%, e invece chi ha pagato? Chi è stato punito? Chi è stato schiacciato? Soprattutto chi aveva ragione. Soprattutto Salerno. In special modo attraverso il Procuratore capo Apicella e il magistrato Dott.ssa Gabriella Nuzzi. E la lettera, chiara, onesta, bellissima e per certi versi dolorosa che quest'ultima ha scritto all'ANM, assume l'efficacia di un pugno nello stomaco nei confronti dell'ANM appunto e dei suoi asserviti componenti.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il tutto che diventa niente

La goccia è traboccata dal vaso
L’acqua si è rovesciata nella polvere
La polvere ha assorbito l’acqua
L’acqua è diventata niente

Il vaso è ora un insieme di cocci
Nulla lo potrà più riempire
Tutto non è mai successo
Niente si ripeterà.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il bianco e il nero

Ci sono delle situazioni che assumono aspetti sconvolgenti dal punto di vista della illogicità che domina la mente di talune persone che - ahinoi - sono preposte a decidere su situazioni delicate e si ritrovano a dettare disposizioni senza sapere ciò che stanno dicendo. Diventando così capitani di una nave che viene portata dritto tra le fauci della più terribile delle tempeste.
Nulla è più dannoso di chi vede nera una parete bianca.

lunedì 5 gennaio 2009

L'attualità preannunciata

L'aspetto misericordioso della realtà è,
l'incapacita dell'uomo di metterne in relazione tutti i contenuti.
La nostra vita si svolge nei confini di una pacifica isola di ignoranza,
circondata dagli oscuri mari dell'infinito,
e non credo ci convenga spingerci troppo lontano da essa.
Ma un giorno o l'altro,
quando infine si riuniranno le varie parti del sapere,
oggi sparse qua e là,
si presenterà ai nostri occhi una visione talmente terrificante della realtà e della terribile parte che noi abbiamo in essa,
che se una simile rivelazione non ci avrà resi folli,
tenteremo di fuggire a quella vista mortale rifugiandoci nell'oscurità di un nuovo medioevo.

"The Call of Chtulhu" H.P. Lovecraft

venerdì 2 gennaio 2009

La pagliuzza negli occhi degli altri: Moralizzatori di comodo

Pubblico una lettera che un collaboratore scolastico (una volta detti bidelli) ha inviato al quotidiano "Libero", diretto da Vittorio Feltri, in risposta ad un articolo apparso giorni fa sulle pagine del suddetto giornale che titolava: "Ci sono più bidelli che carabinieri".
Leggetela con attenzione.



Al Direttore del quotidiano LIBERO
Dott. Vittorio Feltri

Spett.le Direttore.

Le scrivo per richiamare la sua attenzione su un servizio apparso sul quotidiano da Lei diretto il giorno 23/09/2008.
Il servizio in questione trattava di un’inchiesta fatta sui collaboratori scolastici (una volta detti bidelli).
Detta inchiesta tracciava il profilo del coll. scol. attraverso i seguenti dati:

1. i collaboratori scolastici sono più numerosi dei carabinieri
2. ce n’è in media uno ogni 2 aule
3. costano allo Stato € 4.000.000.000 all’anno

chi non è dentro l’ambiente scolastico sarà sicuramente scandalizzato da questi dati, ma a chi nell’ambiente scolastico (come il sottoscritto) ci lavora, la cosa che salta subito all’occhio è che i suddetti dati sono chiaramente “camuffati” al fine di indirizzare l’inchiesta verso una sorta di grido allo scandalo come se i coll. scol. fossero una casta.

Egregio Direttore, mi permetta, non foss’altro per diritto di replica, di darle la mia analisi sui punti di cui sopra, da voi citati nell’inchiesta in questione:

1. se i coll. scol. sono più numerosi dei carabinieri la colpa non è certo dei coll. scol. ma forse di chi ha deciso che i carabinieri devono essere pochi. D’altronde se andiamo a vedere il numero dei giornalisti potremo vedere che, probabilmente per non dire sicuramente, sono anch’essi più numerosi dei carabinieri, e forse addirittura anche più numerosi dei coll. scol.
2. dire che ce n’è uno ogni 2 aule è enormemente scorretto e impreciso. Permettetemi di darvi l’informazione che avreste dovuto avere prima di dire tutte queste inesattezze che denotano da parte vostra o incompetenza o malafede (scegliete voi quale delle due è la meno peggiore). E’ evidente che non sapete (cosa molto grave per chi fa un’inchiesta, in quanto un’inchiesta, degna di questo nome, dovrebbe racchiudere – da parte di chi la fa – una completezza di informazioni da acquisire e successivamente da proporre, e non fare i giornalisti “copia-incolla” come, in questo servizio, avete dimostrato di essere) che oggi non si deve più parlare in termini di aule, ma in termini di spazi. Infatti nelle scuole non esistono soltanto le aule ma anche: uffici, laboratori, bagni, palestre, aule magne, atri, corridoi, scale, ecc. Tutti spazi che dovevano essere considerati nell’inchiesta in quanto a carico dei coll. scol. Ma se fossero stati inclusi, gli spazi per ciascun coll. scol. sarebbero aumentati e diventati consoni al lavoro per cui si è retribuiti, di conseguenza la notizia non avrebbe assunto le sembianze dello scandalo, cosa che volevate.
3. Su questo punto c’è subito da precisare che la cifra che pubblicate è tutta da dimostrare. Infatti secondo i dati del vostro servizio, i coll. Scol. Sarebbero 167.000, in media un coll. Scol. percepisce uno stipendio lordo di circa 1.300 – 1.400 euro, netto di circa € 1000 mensili, fate voi i conti e dimostrate che si arriva alla cifra da voi riportata. Inoltre mi sembra necessario che riguardo questo punto è opportuno che le ricordi (visto che chi ha svolto l’inchiesta sembra ignorarlo) che i coll. scol. debbono per forza avere un costo per lo Stato, essendo essi una categoria di dipendenti statali. Non mi risulta invece che i giornalisti – a parte quelli della RAI – lo siano, meno che mai quelli del quotidiano LIBERO da Lei diretto, eppure, da ricerche che chiunque può effettuare, è notorio che le testate giornalistiche (LIBERO compreso) godano di sovvenzioni da parte dello Stato, sovvenzioni enormi, che si possono tranquillamente definire spropositate.
Egregio Direttore, chi le scrive è sicuro che – vista la sua attenzione su tutto ciò che attiene l’argomento “sprechi di denaro pubblico” – provvederà a far svolgere alla sua redazione un’inchiesta sullo spreco di denaro pubblico che avviene attraverso i finanziamenti che le testate giornalistiche, in special modo la carta stampata, prendono dallo Stato e quindi dalle tasche dei cittadini. Il finanziamento ai giornali, tutto incluso, costa ai contribuenti circa 1 miliardo di euro l’anno (fonte: “La casta dei giornali”, Beppe Lopez, ed. Nuovi Equilibri/Stampa Alternativa). Le rammento che solo nel 2003 il quotidiano da lei diretto ha percepito dallo Stato 5.371.000 euro (fonte: “La casta”, Rizzo – Stella, Rizzoli editore). Il sottoscritto è oltremodo sicuro che farà svolgere quest’inchiesta, pubblicando magari i dati ufficiali del ministero addetto, dati ufficiali che – le ricordo - sono disponibili per chiunque. A meno che lei non voglia far pensare che, essendo voi giornalisti e quindi direttamente coinvolti, di questi sprechi non se ne debba parlare, e che è quindi meglio parlare degli sprechi (o presunti tali) che riguardano altre categorie, meglio ancora se sono le cosiddette categorie deboli, anche a costo di alterare – per usare un eufemismo – la realtà.
Mi permetta però, illustre Direttore, di nutrire forti dubbi sul fatto che produrrete un servizio giornalistico sul finanziamento da parte dello Stato verso i quotidiani della carta stampata, in quanto un’inchiesta del genere potrebbe far capire alla gente che la vera casta, colma di privilegi che pur essendo azienda privata si mantiene con soldi pubblici, siete voi.
Distinti saluti.