Democrazia dittatoriale e censura preventiva e pregiudiziosa da parte dei servi timorosi e timorati.
La RAI, pagata da tutti i cittadini, ha rifiutato ti trasmettere il trailer del film Videocracy
Appena esce, tutti a vedere il film VIDEOCRACY.
Il film uscirà in Italia il 4 settembre prossimo distribuito dalla Fandango di Domenico Procacci. La RAI si è quindi rifiutata di trasmettere dalle proprie reti il trailer del film, adducendo motivazioni che definire surreali vorrebbe dire fargli un complimento. Secondo la RAI si tratta di un messaggio politico e, in quanto tale, se non c'è un contraddittorio subito dopo, non si può trasmettere. Queste dunque le motivazioni con le quali la RAI ha accompagnato la risposta di rifiuto della trasmissione del trailer. la tv di Stato (e quindi dei cittadini) spiega che, anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa una critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto.
Paurosamente pazzesco!!!
Ma non è tutto. Tra le motivazioni c'è anche che il film veicolerebbe un "inequivocabile messaggio politico di critica al governo", solo perchè proietta i dati con cui l'Italia (ad esempio) viene collocata al 67mo posto nelle pari opportunità, o la posizione abissale che occupa per libertà di stampa, tali dati vengono proiettati in alternanza con immagini di Berlusconi, e per questo sarebbe una chiara critica al Governo. Da questo si deduce quindi, che in Italia proiettare dati ufficiali affiancandoli (o alternandoli) all'immagine di colui che ha immensamente più di chiunque altro contribuito a far precipitare l'Italia in fondo alle classifiche prima citate, è assolutamente proibito.
In RAI sarebbero preoccupati del fatto che nel film si mostra questo dato: "L'80% degli italiani utilizza la tv come principale fonte di informazione". Quindi il collegamento tra chi è Capo del Governo rispetto alla principale società radiotelevisiva privata, non solo evidenzierebbe di nuovo il problema del conflitto di interessi, ma - soprattutto - potrebbe anche far pensare che attraverso la tv il Governo potrebbe orientare in maniera subliminale le convinzioni dell'italico popolo influenzandole a proprio favore al fine di assicurarsene il consenso.
La verità non si deve dire, soprattutto se questa verità vuole raccontare fatti e responsabili di essi. D'altronde si sa, se un fatto non viene raccontato, non esiste.
La RAI ha rifiutato di trasmettere il trailer, provate ad indovinare cosa ha risposto Mediaset.
Ecco il trailer
Fonte
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