Il capitano non aveva ancora voglia di riprendere il mare.
Se ne stava lì ad osservarlo pensieroso, con l'aria di chi credeva di conoscerlo a fondo, ma che si era accorto che non era affatto così.
Dopo l'ultimo naufragio voleva starsene un pò tranquillo con se stesso lontano dalle navi. D'altronde l'ultima l'aveva fatta affondare lui di proposito. Aveva dato "istruzioni errate" (dicendo il falso) per far si che la nave naufragasse spontaneamente.
Appena scoperto che quella nave trasportava un carico di menzogne, aveva provato a liberarsene ma non riusciva a separarsi da lei.
Eppure lui voleva staccarsene, in quel modo non si sentiva più a proprio agio su essa, non si sentiva più a suo agio con se stesso.
Si sentiva come un corpo estraneo all'interno di se stesso, si sentiva rigettato dal suo stesso organismo, espulso dal suo stesso corpo.
E' per questo che aveva deciso che l'unico modo per liberarsi era quello di provocare il naufragio di quella nave, e l'aveva fatto. Aveva fatto in modo che la nave affondasse. Aveva fatto in modo che fosse la nave ad allontanarsi da lui.
E ora era lì, a guardare il mare che lo chiamava e lo invitava a tornare a navigare.
Il capitano sapeva che prima o poi sarebbe salpato di nuovo, ma non adesso. Non adesso.
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