E' senza dubbio appagante appurare che ciò che avevo scritto nel mese di gennaio sulla cosiddetta "guerra tra procure" (Catanzaro vs Salerno) viene riconosciuta dalla Procura di Perugia - competente sull'indagine nei confronti della procura di Salerno a seguito della denuncia presentata da quella di Catanzaro - come una giusta lettura dei fatti.
Ovviamente il sottoscritto non millanta di essere un genio, anzi. Non feci altro che analizzare con obiettività la vicenda, informandomi attraverso la rete e tirando le mie personalissime conclusioni che oggi, con mia personalissima piccola soddisfazione, risultano essere state esatte, secondo quello che afferma la Procura di Perugia.
"Accuse infondate e fasulle" riporta il blog "Antefatto.it" con un articolo a firma di Marco Travaglio apparso anche su "Il Fatto Quotidiano" di oggi 29/09/09.
Ripeto, da parte dell'autore di questo piccolissimo blog senza pretese non c'è alcuna intenzione di esporre vanitosi vessilli con la scritta "Io l'avevo detto", ma sicuramente c'è una gran voglia di chiedere a coloro che all'epoca attaccarono la Procura di Salerno, all'unanimità trasversalmente da destra a sinistra e senza attendere l'evolversi delle inchieste se, ora che tutto è chiarito, hanno quantomeno il coraggio di chiedere scusa a: Luigi Apicella; Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani.
Mi permetto di dubitarne.
Leggi l'articolo su Antefatto.it
Leggi il post pubblicato su questo blog il 25/01/2009
martedì 29 settembre 2009
domenica 27 settembre 2009
A Peppino Impastato
C'è un signore a Ponteranica (BG) che vuole apportare dei cambiamenti in un luogo di cultura quale è una biblioteca. Questo signore è il Sindaco (leghista) che ha deciso - in perfetto stile con la mentalità del proprio partito - che tutto ciò che non è delle sue parti non vale nulla, e così il nostro eroe, trovandosi a passare (aggiungo io, presumibilmente per caso davanti ad un luogo di cultura) si ritrova a leggere una targa intestata alla memoria di un certo Peppino Impastato. Chi sarà costui?, deve essersi chiesto l'omino, uno che lotta contro la mafia e da essa viene ucciso non può che essere del nord, ma se non lo fosse?
L'omino nel dubbio avvia una ricerca, meglio essere sicuri di quello che si fa. Il responso della ricerca è devastante per l'omino. Impastato è siciliano. Siciliano? E che ci fa una targa intitolata ad un siciliano davanti ad una biblioteca della padania? Situazione intollerabile, occorre porvi rimedio. Così l'omino decide che la targa dello "sconosciuto" siciliano deve essere rimossa all'istante, al suo posto si ponga una targa intitolata a qualcuno del posto. Ad un padano.
Solo chi è "l'utilizzatore finale" delle cazzate partorite dal proprio cervello neuronicamente nullo può fare un simile scempio della memoria di una delle più importanti figure della lotta alla mafia. Lotta che gli è costata la vita, prezzo che Peppino Impastato sapeva di poter pagare.
Provi lui, il sindaco, a cercare di immaginare di riuscire ad avere anche la sola lontana idea di poter soltanto cominciare a pensare di riuscire a trovare l' 1% del coraggio che aveva Impastato.
Provi lui a lottare contro la mafia in prima linea e metta in gioco la sua di vita invece di essere quel portatore sano di scempiaggini quale dimostra di essere.
Leggi da "Bergamonews" - Ponteranica, settemila per Impastato
"I valori non si cancellano"
L'omino nel dubbio avvia una ricerca, meglio essere sicuri di quello che si fa. Il responso della ricerca è devastante per l'omino. Impastato è siciliano. Siciliano? E che ci fa una targa intitolata ad un siciliano davanti ad una biblioteca della padania? Situazione intollerabile, occorre porvi rimedio. Così l'omino decide che la targa dello "sconosciuto" siciliano deve essere rimossa all'istante, al suo posto si ponga una targa intitolata a qualcuno del posto. Ad un padano.
Solo chi è "l'utilizzatore finale" delle cazzate partorite dal proprio cervello neuronicamente nullo può fare un simile scempio della memoria di una delle più importanti figure della lotta alla mafia. Lotta che gli è costata la vita, prezzo che Peppino Impastato sapeva di poter pagare.
Provi lui, il sindaco, a cercare di immaginare di riuscire ad avere anche la sola lontana idea di poter soltanto cominciare a pensare di riuscire a trovare l' 1% del coraggio che aveva Impastato.
Provi lui a lottare contro la mafia in prima linea e metta in gioco la sua di vita invece di essere quel portatore sano di scempiaggini quale dimostra di essere.
Leggi da "Bergamonews" - Ponteranica, settemila per Impastato
"I valori non si cancellano"
martedì 8 settembre 2009
mercoledì 2 settembre 2009
Il cattivo odore dell'indifferenza
Una volta i poliziotti cercavano di reprimere le manifestazioni violente con la forza, queste manifestazioni, il più delle volte, erano organizzate da giovani manifestanti politici che in molti casi finivano in scontri con la polizia.
Oggi non si sopprime più la violenza (o presunta tale), oggi si sopprime la parola e con essa la dignità.
Siamo ormai alla repressione della idee.
I docenti precari della scuola italiana sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso sui tagli selvaggi prodotti dal Ministro Gelmini. Anche a Salerno i docenti precari si sono recati presso l’Ufficio Scolastico Provinciale per manifestare pacificamente, ma con forza, contro i tagli selvaggi fatti a colpi di mannaia dal Ministro, ma, pur essendo in tanti, erano soli.
Si ha la sensazione che si sia arrivati al “si salvi chi può”.
I tagli riguardano qualcun altro e finchè riguardano qualcun altro, e non noi, meglio far finta di nulla. Affari loro.
Più il rumore della protesta sale e più le persone sembrano voltarsi dall’altra parte, cercando magari di lavare la sporcizia della propria coscienza annegandola con overdose di tv che definire spazzatura vuol dire fargli un complimento.
Il mondo della scuola non è immune dall’infezione dell’egoismo, dal virus del mors tua vita mea.
Nel mondo della scuola si stanno pagando a carissimo prezzo quei piccoli egoismi degli anni passati. Ciascuno infatti pensava (ma forse sarebbe meglio dire credeva) di coltivare il proprio orticello. Se venivano penalizzati i non docenti, i docenti non appoggiavano coloro che decidevano di lottare. Di contro, se venivano penalizzati i docenti, il personale non docente non appoggiava chi decideva di opporsi con iniziative di vario genere. Nessun corporativismo, nessuna unione di intenti, divisi nella stessa barca che tutti sapevano piena di buchi, ma ciascuno pensava a trovare il posto per se in un angolo asciutto, mentre la barca continuava ad affondare lentamente. Non c’è stato nessun bisogno di attuare il divide et impera, la scuola ha fatto tutto da se. Ed ora ci si ritrova con l’acqua alla gola sotto i colpi di mannaia con la speranza di essere tra quelli che non verranno colpiti.
Si salvi chi può.
Quei precari erano soli a manifestare, anzi, non erano soli, di fronte a loro c’erano i poliziotti in assetto antisommossa, mentre i manifestanti cercavano attraverso la propria presenza fisica di non farsi vedere come un numero o una percentuale, ma come persone che lottano per la sopravvivenza. Molti di loro non avranno altre possibilità, saranno condannate alla disperazione.
E mentre questi precari manifestavano (pacificamente), la polizia era lì, e una di loro, una poliziotta, rivolgendosi ad alcuni insegnanti ha detto, con tono evidentemente provocatorio, che erano peggio dei bambini e dei teppisti. Chissà cosa farebbe questa poliziotta se gli togliessero il lavoro all’improvviso, e con esso la sicurezza di poter contare su un’entrata economica che oltre a permettere di sfamare i propri figli consente di tenere eretta la bandiera della propria dignità.
Forse questa poliziotta non sa cosa vuol dire essere giunti alla disperazione, vien quasi voglia di augurarglielo, ma è meglio di no.
Oggi non si sopprime più la violenza (o presunta tale), oggi si sopprime la parola e con essa la dignità.
Siamo ormai alla repressione della idee.
I docenti precari della scuola italiana sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso sui tagli selvaggi prodotti dal Ministro Gelmini. Anche a Salerno i docenti precari si sono recati presso l’Ufficio Scolastico Provinciale per manifestare pacificamente, ma con forza, contro i tagli selvaggi fatti a colpi di mannaia dal Ministro, ma, pur essendo in tanti, erano soli.
Si ha la sensazione che si sia arrivati al “si salvi chi può”.
I tagli riguardano qualcun altro e finchè riguardano qualcun altro, e non noi, meglio far finta di nulla. Affari loro.
Più il rumore della protesta sale e più le persone sembrano voltarsi dall’altra parte, cercando magari di lavare la sporcizia della propria coscienza annegandola con overdose di tv che definire spazzatura vuol dire fargli un complimento.
Il mondo della scuola non è immune dall’infezione dell’egoismo, dal virus del mors tua vita mea.
Nel mondo della scuola si stanno pagando a carissimo prezzo quei piccoli egoismi degli anni passati. Ciascuno infatti pensava (ma forse sarebbe meglio dire credeva) di coltivare il proprio orticello. Se venivano penalizzati i non docenti, i docenti non appoggiavano coloro che decidevano di lottare. Di contro, se venivano penalizzati i docenti, il personale non docente non appoggiava chi decideva di opporsi con iniziative di vario genere. Nessun corporativismo, nessuna unione di intenti, divisi nella stessa barca che tutti sapevano piena di buchi, ma ciascuno pensava a trovare il posto per se in un angolo asciutto, mentre la barca continuava ad affondare lentamente. Non c’è stato nessun bisogno di attuare il divide et impera, la scuola ha fatto tutto da se. Ed ora ci si ritrova con l’acqua alla gola sotto i colpi di mannaia con la speranza di essere tra quelli che non verranno colpiti.
Si salvi chi può.
Quei precari erano soli a manifestare, anzi, non erano soli, di fronte a loro c’erano i poliziotti in assetto antisommossa, mentre i manifestanti cercavano attraverso la propria presenza fisica di non farsi vedere come un numero o una percentuale, ma come persone che lottano per la sopravvivenza. Molti di loro non avranno altre possibilità, saranno condannate alla disperazione.
E mentre questi precari manifestavano (pacificamente), la polizia era lì, e una di loro, una poliziotta, rivolgendosi ad alcuni insegnanti ha detto, con tono evidentemente provocatorio, che erano peggio dei bambini e dei teppisti. Chissà cosa farebbe questa poliziotta se gli togliessero il lavoro all’improvviso, e con esso la sicurezza di poter contare su un’entrata economica che oltre a permettere di sfamare i propri figli consente di tenere eretta la bandiera della propria dignità.
Forse questa poliziotta non sa cosa vuol dire essere giunti alla disperazione, vien quasi voglia di augurarglielo, ma è meglio di no.
martedì 1 settembre 2009
La tortura della vergogna
Nei giorno scorsi si è assistito alla scoperta di una pagina di facebook intestata alla sezione di partito della lega nord di Mirano, il cui logo (o immagine) era lo stemma della lega con una scritta nella parte inferiore di esso che recitava: "Immigrati clandestini: Torturali! E' legittima difesa". La pagina aveva chiari risvolti razzisti, ma lo scalpore si è acuito nel momento in cui si è scoperto che tra gli aderenti al gruppo creato dalla sezione della Lega di Mirano, c'erano, tra gli altri, l'onorevole Roberto Cota, portavoce nazionale della Lega Nord; l'Onorevole Umberto Bossi, Ministro della Repubblica; Renzo Bossi, figliol prodigo (nonchè prodigio del nulla) del Ministro Bossi. Sono seguiti articoli sui quotidiani nazionali, polemiche, smentite, cancellazioni dal sito "incriminato", tentativi di giustificazioni che facevano impallidire le peggiori favole mai raccontate. Nasceva nel frattempo, sempre su facebook, un gruppo dal nome "Cancelliamo la pagina della Lega Nord di Mirano" (questo il link) che chiedeva, appunto, la cancellazione di quello di Mirano (cancellazione che poi gli amministratori di facebook hanno provveduto ad attuare).
Il dibattito in quest'ultima pagina si è molto animato (prosegue tutt'ora), tra le varie tesi che ho letto (e contrastato) le più ricorrenti erano queste: la Lega non c'entra nulla, noi non siamo razzisti. Il responsabile sarà denunciato e perseguito. Cota, Bossi, e gli altri leghisti sono stati vittime di un sabotaggio frutto di qualche cretino, Il segretario della sezione di Mirano ha già fornito spiegazioni e tutto è finalmente chiarito"
Tutto chiarito? Proviamo ad analizzare.
Se si prova a guardare le date d'iscrizione dell'On. Cota, di U. Bossi etc... si scopre che esse risalgono a molto tempo addietro rispetto allo scoppio dello scandalo.
Il Segretario della sezione della Lega di Mirano si è giustificato affermando che gli avevano rubato la penna usb contenente i dati sensibili per accedere all'account di facebook. Si prende atto delle parole del segretario della sezione della Lega di Mirano, ma non si può non precisare che lascia quantomeno perplessi che egli non abbia denunciato la cosa agli amministratori del social network in modo da bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di sabotaggio, evitando così di lasciare in balia di malintenzionati la pagina ufficiale della lega nord di Mirano. Questa spiegazione è di una sterilità stravolgente, sarebbe stato molto più credibile se avesse cercato di farci credere che la terra è piatta!
E' vero che ci sono dei cretini che fanno queste cose su internet, ma non è detto che questi cretini debbano per forza essere dei "semplici" cretini. Probabilmente in questo caso i cretini erano "illustri".
Il dibattito in quest'ultima pagina si è molto animato (prosegue tutt'ora), tra le varie tesi che ho letto (e contrastato) le più ricorrenti erano queste: la Lega non c'entra nulla, noi non siamo razzisti. Il responsabile sarà denunciato e perseguito. Cota, Bossi, e gli altri leghisti sono stati vittime di un sabotaggio frutto di qualche cretino, Il segretario della sezione di Mirano ha già fornito spiegazioni e tutto è finalmente chiarito"
Tutto chiarito? Proviamo ad analizzare.
Se si prova a guardare le date d'iscrizione dell'On. Cota, di U. Bossi etc... si scopre che esse risalgono a molto tempo addietro rispetto allo scoppio dello scandalo.
Il Segretario della sezione della Lega di Mirano si è giustificato affermando che gli avevano rubato la penna usb contenente i dati sensibili per accedere all'account di facebook. Si prende atto delle parole del segretario della sezione della Lega di Mirano, ma non si può non precisare che lascia quantomeno perplessi che egli non abbia denunciato la cosa agli amministratori del social network in modo da bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di sabotaggio, evitando così di lasciare in balia di malintenzionati la pagina ufficiale della lega nord di Mirano. Questa spiegazione è di una sterilità stravolgente, sarebbe stato molto più credibile se avesse cercato di farci credere che la terra è piatta!
E' vero che ci sono dei cretini che fanno queste cose su internet, ma non è detto che questi cretini debbano per forza essere dei "semplici" cretini. Probabilmente in questo caso i cretini erano "illustri".
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