In greco la parola Amianto significa immacolato e incorruttibile. Asbesto, che di fatto è equiparato ad amianto, significa perpetuo e inestinguibile. L'amianto, chiamato perciò anche indifferentemente asbesto, è un minerale naturale a struttura microcristallina e di aspetto fibroso appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. E' presente in natura in diverse parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.
L'amianto (o asbesto) è un insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli.
In natura è un materiale molto comune. La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti paesi. Le polveri di amianto, respirate, provocano infatti l'asbestosi, nonché tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare.
Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa; teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle.
L'amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre la miscela cemento-amianto (il cui nome commerciale era Eternit) per la coibentazione di edifici, tetti, navi (ad esempio le portaerei), treni; come materiale per l'edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie), nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche), ma anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Inoltre, la polvere di amianto è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini.
Ci sono guerre dichiarate e non dichiarate, palesi o segrete. La guerra dell'amianto è una guerra segreta e non dichiarata contro i lavoratori e le persone esposte ad esso che causa almeno 100 mila morti all'anno.
Se non è facile contare le vittime civili delle guerre, ancora più difficile è contare i morti dell'amianto.
L'organizzazione mondiale della sanità (OMS-WHO) parla di 125 milioni di lavoratori esposti nel mondo e di 90 mila morti ogni anno, ma avverte che si tratta di un valore sottostimato. L'ILO (International Labour Organization) riporta ad esempio una tabella i cui totali danno 250 mila morti, solo per tumore al polmone e mesotelioma (senza quindi contare l'asbestosi). Qualcuno prevede che, alla fine, a causa di questa guerra, moriranno da 5 a 10 milioni di persone. Cifre da guerra mondiale...
Anche se l'amianto fosse messo al bando in tutto il mondo da domani, il numero dei morti non sarebbe destinato a scendere nell'immediato futuro, perchè le malattie ad esso collegate hanno tempi di incubazione decennali.
In Italia si continua a morire per colpa dell'amianto, anche se esso è stato messo fuori legge nel lontano 1992 (l'Europa ci ha tardivamente seguito “solo” nel 2005!).
L’amianto è ancora presente in quantità sorprendenti. Se ci si guarda un po’ intorno lo si può facilmente individuare. Tetti, tubazioni, ecc… sono alla vista di chiunque voglia vedere la nocività di quest’elemento che, se disperso nell’aria, è devastante, le cifre impressionanti.
Questo materiale, ormai fuorilegge, è ancora attualmente presente nel nostro Paese, ed è assolutamente potenzialmente molto pericoloso. Un monitoraggio accurato e approfondito, affinchè si possano apportare tutti i provvedimenti necessari a poter effettuare un’operazione di bonifica, andrebbe fatto con serietà mista a buon senso. Se questo avvenisse, allora potremmo iniziare a sperare di poter vivere la nostra quotidianità senza essere nel mirino dell’arma di un cecchino che può sparare da un momento all’altro.
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