domenica 21 novembre 2010

La forma conseguente alla funzione

Che Roberto Saviano possa aver scopiazzato qualche articolo altrui, senza citarlo come fonte nel suo Gomorra, è molto più che probabile. Resta il fatto che, volenti o nolenti; faccia piacere oppure no, Saviano è diventato un'icona della lotta alla camorra, è questo è un fatto oggettivo che può piacere o meno, ma è così. Punto.
Il libro best seller di Saviano non è certo, nella forma, un capolavoro di letteratura. Nella sostanza, invece, racconta cose che altri giornalisti - come anche lo stesso Saviano - hanno scritto sui quotidiani locali (campani soprattutto), ben prima di Gomorra (alcuni giornalisti facevano servizi spettacolari, ricordo Giuseppe Marrazzo, ad esempio). Il merito di Saviano, volenti o nolenti, visto che il libro è suo, è l'aver portato, attraverso la cassa di risonanza dovuta al successo, il fenomeno malavita organizzata (camorra) a conoscenza di coloro che ne ignoravano il mondo. Ora, che lo abbia scritto Saviano è del tutto irrilevante. Se lo avesse scritto il ragionier fantozzi gli effetti sarebbero stati gli stessi.
Il "chi" è solo la forma conseguente alla funzione.
Fermo restando il rispetto per la vita-non vita che Saviano fa, e che non so quanti di quelli che lo criticano sarebbero disposti a fare, concordo sul fatto che se Saviano sceglie di voler comunicare attraverso il mezzo televisivo, proponendosi di farsi portavoce di argomenti delicatissimi come quello della malavita organizzata, debba affondare di più il colpo, se ne ha le cognizioni di conoscenza argomentali, altrimenti si riduce soltanto a semplice share che declassa anche l'icona che egli è diventato e che tutt'ora è.

Nessun commento: