Che Roberto Saviano possa aver scopiazzato qualche articolo altrui, senza citarlo come fonte nel suo Gomorra, è molto più che probabile. Resta il fatto che, volenti o nolenti; faccia piacere oppure no, Saviano è diventato un'icona della lotta alla camorra, è questo è un fatto oggettivo che può piacere o meno, ma è così. Punto.
Il libro best seller di Saviano non è certo, nella forma, un capolavoro di letteratura. Nella sostanza, invece, racconta cose che altri giornalisti - come anche lo stesso Saviano - hanno scritto sui quotidiani locali (campani soprattutto), ben prima di Gomorra (alcuni giornalisti facevano servizi spettacolari, ricordo Giuseppe Marrazzo, ad esempio). Il merito di Saviano, volenti o nolenti, visto che il libro è suo, è l'aver portato, attraverso la cassa di risonanza dovuta al successo, il fenomeno malavita organizzata (camorra) a conoscenza di coloro che ne ignoravano il mondo. Ora, che lo abbia scritto Saviano è del tutto irrilevante. Se lo avesse scritto il ragionier fantozzi gli effetti sarebbero stati gli stessi.
Il "chi" è solo la forma conseguente alla funzione.
Fermo restando il rispetto per la vita-non vita che Saviano fa, e che non so quanti di quelli che lo criticano sarebbero disposti a fare, concordo sul fatto che se Saviano sceglie di voler comunicare attraverso il mezzo televisivo, proponendosi di farsi portavoce di argomenti delicatissimi come quello della malavita organizzata, debba affondare di più il colpo, se ne ha le cognizioni di conoscenza argomentali, altrimenti si riduce soltanto a semplice share che declassa anche l'icona che egli è diventato e che tutt'ora è.
domenica 21 novembre 2010
martedì 9 novembre 2010
L'insostenibile pesantezza del tessere
‹‹È stata Ruby a dire a Berlusconi di essere la nipote del Presidente egiziano Mubarak››. Queste le parole con cui l’on. Ghedini tenta l’ennesima difesa a quella che sembra l’ennesima menzogna del premier. L’ultima uscita in tal senso al programma Annozero. In realtà, la controffensiva degli uomini del Presidente del consiglio era partita da tempo. Il quotidiano Il Giornale, Il Foglio, e altri tra organi di informazione e personalità politiche (Maurizio Lupi, Daniela Santanchè, Gianfranco Rotondi, per citarne alcuni) vicini al premier, si sono schierati sulla scacchiera del dibattito ed hanno iniziato, onnipresenti in tv, ad attaccare tutto e tutti.
Tra le urla (Santanchè), i sorrisini (Rotondi), improbabili acrobazie dialettiche (Lupi) e i “mavalà” (Ghedini), l’ennesima missione salva premier è iniziata. Scopo: la difesa a tutti i costi di Berlusconi sul caso Ruby. Ora, che si cerchi di spiegare quello che è accaduto nella vicenda in questione non solo è capibile, è un diritto. Ma il cercare di far apparire bianca una parete nera è senz’altro impresa molto meno probabile.
I verbali della procura, infatti, dicono che l’informazione che Ruby fosse la nipote del Presidente egiziano Mubarak è arrivata dagli uffici della Presidenza del consiglio e che, probabilmente, è stato lo stesso Silvio Berlusconi a fare tale affermazione, per cui, il compito della squadriglia d’assalto schierata a difesa del premier appare questa volta quasi proibitivo. Provarci, comunque, si deve. D’altronde, già in altri casi analoghi il compito sembrava difficile, e invece…
La tattica adottata sembra essere sempre la stessa. Trasformare in vera un cosa falsa, e viceversa. Che poi, si sa, se una moltitudine di persone, accompagnate dagli organi di informazione, sostengono in maniera ridondante una menzogna, quella menzogna diventa verità, e la verità si declassa a menzogna.
In apparente aiuto dei difensori del premier, sono arrivate le dichiarazioni del Procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati il quale afferma che: ‹‹La fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata correttamente e non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto››.
A queste dichiarazioni Il drappello difendi - premier ha esultato, ma chi ha deciso di leggere con attenzione le parole del Procuratore capo, ha letto che egli non dice affatto che l’inchiesta è chiusa, dice che non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto che riguarda la fase conclusiva della procedura di identificazione. Infatti, l’inchiesta è tutt’ora in corso. Inoltre, Bruti Liberati ha, si, anticipato — con un comportamento che sembra essere inusuale — le conclusioni di un’inchiesta ancora in corso, ma non ha fatto menzione di quello che è successo prima della procedura di affidamento.
Non c’è, infatti, traccia, nelle parole del Procuratore capo, dell’intervento del premier e delle sue pressioni — compresa la storia che spacciava Ruby per la nipote del Presidente Mubarak —, si limita a dire che Berlusconi non è, al momento, indagato. Bruti Liberati non parla nemmeno di quello che è successo dopo. Nicole Minetti, tra l’altro indagata con Lele Mora ed Emilio Fede per favoreggiamento della prostituzione, inviata dal premier e a cui Ruby era stata affidata, potrebbe — secondo alcuni — non aver avuto un comportamento esente da reato lasciando Ruby a qualcun altro quando, invece, era lei l'affidataria della minore. C’è chi sostiene che questo possa essere identificato come reato di abbandono di minore.
Insomma, le zone d’ombra in questa vicenda tutt’altro che conclusa sono tante, e prima di strombazzare vittorie di non si sa quali partite, sarebbe meglio attendere la conclusione delle indagini della magistratura competente. Certo, qualcuno cercherà di far “dimenticare” questa storia, ma quello che è successo, e che è stato appurato, rimane. Rimangono le pressioni venute dalla Presidenza del Consiglio; rimane l’abuso di una posizione di potere. Abuso — ammesso dai protagonisti — del tutto ingiustificabile; rimane la storia della fasulla parentela di Ruby con il Presidente egiziano Mubarak.
Insomma, per dirla con le parole di Jawaharlal Nehru (politico indiano ed erede spirituale di Gandhi): “I fatti sono fatti e non spariranno per farti un piacere”.
Tra le urla (Santanchè), i sorrisini (Rotondi), improbabili acrobazie dialettiche (Lupi) e i “mavalà” (Ghedini), l’ennesima missione salva premier è iniziata. Scopo: la difesa a tutti i costi di Berlusconi sul caso Ruby. Ora, che si cerchi di spiegare quello che è accaduto nella vicenda in questione non solo è capibile, è un diritto. Ma il cercare di far apparire bianca una parete nera è senz’altro impresa molto meno probabile.
I verbali della procura, infatti, dicono che l’informazione che Ruby fosse la nipote del Presidente egiziano Mubarak è arrivata dagli uffici della Presidenza del consiglio e che, probabilmente, è stato lo stesso Silvio Berlusconi a fare tale affermazione, per cui, il compito della squadriglia d’assalto schierata a difesa del premier appare questa volta quasi proibitivo. Provarci, comunque, si deve. D’altronde, già in altri casi analoghi il compito sembrava difficile, e invece…
La tattica adottata sembra essere sempre la stessa. Trasformare in vera un cosa falsa, e viceversa. Che poi, si sa, se una moltitudine di persone, accompagnate dagli organi di informazione, sostengono in maniera ridondante una menzogna, quella menzogna diventa verità, e la verità si declassa a menzogna.
In apparente aiuto dei difensori del premier, sono arrivate le dichiarazioni del Procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati il quale afferma che: ‹‹La fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata correttamente e non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto››.
A queste dichiarazioni Il drappello difendi - premier ha esultato, ma chi ha deciso di leggere con attenzione le parole del Procuratore capo, ha letto che egli non dice affatto che l’inchiesta è chiusa, dice che non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto che riguarda la fase conclusiva della procedura di identificazione. Infatti, l’inchiesta è tutt’ora in corso. Inoltre, Bruti Liberati ha, si, anticipato — con un comportamento che sembra essere inusuale — le conclusioni di un’inchiesta ancora in corso, ma non ha fatto menzione di quello che è successo prima della procedura di affidamento.
Non c’è, infatti, traccia, nelle parole del Procuratore capo, dell’intervento del premier e delle sue pressioni — compresa la storia che spacciava Ruby per la nipote del Presidente Mubarak —, si limita a dire che Berlusconi non è, al momento, indagato. Bruti Liberati non parla nemmeno di quello che è successo dopo. Nicole Minetti, tra l’altro indagata con Lele Mora ed Emilio Fede per favoreggiamento della prostituzione, inviata dal premier e a cui Ruby era stata affidata, potrebbe — secondo alcuni — non aver avuto un comportamento esente da reato lasciando Ruby a qualcun altro quando, invece, era lei l'affidataria della minore. C’è chi sostiene che questo possa essere identificato come reato di abbandono di minore.
Insomma, le zone d’ombra in questa vicenda tutt’altro che conclusa sono tante, e prima di strombazzare vittorie di non si sa quali partite, sarebbe meglio attendere la conclusione delle indagini della magistratura competente. Certo, qualcuno cercherà di far “dimenticare” questa storia, ma quello che è successo, e che è stato appurato, rimane. Rimangono le pressioni venute dalla Presidenza del Consiglio; rimane l’abuso di una posizione di potere. Abuso — ammesso dai protagonisti — del tutto ingiustificabile; rimane la storia della fasulla parentela di Ruby con il Presidente egiziano Mubarak.
Insomma, per dirla con le parole di Jawaharlal Nehru (politico indiano ed erede spirituale di Gandhi): “I fatti sono fatti e non spariranno per farti un piacere”.
domenica 3 ottobre 2010
"Contestualizzazioni" di comodo
Mons. Fisichella ha dichiarato, sulla bestemmia pronunciata da B, che bisognerebbe "contestualizzare" le circostanze in cui essa è stata detta.
L'interpretazione naturale che di questo pensiero mi sovviene è che, a questo punto, dovremmo analizzare il contesto di ogni peccato che, fino ad ora, ci è stato raccontato essere tale. Personalmente, mi piacerebbe suggerire a Mons. Fisichella di riferire a chi di dovere, all'interno della chiesa, di "contestualizzare" anche quei preti che sono stati accusati di pedofilia. Potrebbe esserci stato un contesto tale da giustificare il modo comportamentale di quei preti pedofili. Un omicidio. Potrebbe essersi creato un contesto tale da giustificare quell'azione. In un reality show, tempo fa, un concorrente fu eliminato perchè pronunciò una bestemmia. La chiesa scatenò un putiferio distribuendo a destra e a manca una morale che portò all'esclusione di quel concorrente - che nel frattempo si era pure scusato - da quel reality. Non ricordo di aver letto nessuna illuminante dichiarazione di Mons. Fisichella di"contestualizzare" quell'episodio. Nè risultano pervenute, al momento, scuse da parte di B per quello che ha detto.
Che facciamo, Mons. Fisichella, "contestualizziamo" tutto, o solo quello che fa comodo a lei, solo perchè lo ha detto B?
A mio parere, una formattazione, come si usa per i pc, del cervello di Mons. Fisichella non ci starebbe male, in questo contesto!
L'interpretazione naturale che di questo pensiero mi sovviene è che, a questo punto, dovremmo analizzare il contesto di ogni peccato che, fino ad ora, ci è stato raccontato essere tale. Personalmente, mi piacerebbe suggerire a Mons. Fisichella di riferire a chi di dovere, all'interno della chiesa, di "contestualizzare" anche quei preti che sono stati accusati di pedofilia. Potrebbe esserci stato un contesto tale da giustificare il modo comportamentale di quei preti pedofili. Un omicidio. Potrebbe essersi creato un contesto tale da giustificare quell'azione. In un reality show, tempo fa, un concorrente fu eliminato perchè pronunciò una bestemmia. La chiesa scatenò un putiferio distribuendo a destra e a manca una morale che portò all'esclusione di quel concorrente - che nel frattempo si era pure scusato - da quel reality. Non ricordo di aver letto nessuna illuminante dichiarazione di Mons. Fisichella di"contestualizzare" quell'episodio. Nè risultano pervenute, al momento, scuse da parte di B per quello che ha detto.
Che facciamo, Mons. Fisichella, "contestualizziamo" tutto, o solo quello che fa comodo a lei, solo perchè lo ha detto B?
A mio parere, una formattazione, come si usa per i pc, del cervello di Mons. Fisichella non ci starebbe male, in questo contesto!
lunedì 13 settembre 2010
Istituto comprensivo "Di Nicola": la scuola dimenticata
Dal primo settembre 2010 l’Istituto Comprensivo "Di Nicola" di Acerno (SA), che comprende scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, è senza Dirigente scolastico e senza Direttore dei servizi generali ed amministrativi (D.S.G.A.).
17 docenti di scuola primaria, più 6 di scuola dell’infanzia e 12 di scuola secondaria di primo grado, nonché 4 collaboratori scolastici ed una assistente amministrativa, non sanno cosa fare. A tutt’oggi non è possibile organizzare il lavoro amministrativo, didattico e logistico perché nessuno è autorizzato a prendere decisioni o ad incaricarsi di prendere iniziative assumendosi responsabilità che non sono autorizzate da una nomina.
Nonostante la buona volontà e l’impegno che il personale dell’I.C. Acerno sta mettendo nel cercare di portare avanti le problematiche che naturalmente affiorano all’inizio di un anno scolastico, risulta impossibile capire come si possa lasciare una scuola senza Dirigente scolastico e quindi senza la figura preposta a firmare carte, richieste del personale, verbali e quant’altro; senza la figura che si occupa di tenere i contatti con l’utenza, con l’Ente Locale che, soprattutto in questo periodo, dovrebbero essere costanti.
La situazione scolastica ad Acerno è disastrosa. In tutto ci sono 17 classi, di cui 3 sezioni della scuola dell’infanzia con orario prolungato e mensa, dislocate in 2 edifici separati, ciascuno con due piani, con in tutto 4 collaboratori scolastici, 2 per edificio, uno per piano. Questo numero esiguo di collaboratori scolastici rende impossibile assicurare un servizio di sorveglianza che si possa definire tale. Infatti, alla prima assenza forzata di una unità, verrà meno la garanzia di poter assicurare un’adeguata vigilanza e le difficoltà saranno enormi. Per non parlare dell’ufficio di segreteria. Allo stato attuale l’I.C. di Acerno ha una sola unità in segreteria, un’unica assistente amministrativa che dovrà svolgere, e sta svolgendo (ricordiamo l’assenza anche del D.S.G.A.), tutto il lavoro. Si provi ad immaginare se quest’assistente amministrativa si dovesse ammalare. Chi chiamerà il sostituto? Dopo quanto tempo si troverà? Dopo quanto arriverà? Chi svolgerà il lavoro in segreteria nel frattempo? Questo è lo specchio di quello che sta succedendo alla scuola pubblica. Il personale, che anche quest’anno ha subito una ulteriore diminuzione di unità lavorative tra docenti e non docenti, è ridotto ad un numero che è al di sotto dell’indispensabile.
Ma non è ancora tutto. Al momento, nell’I.C. di Acerno, ci sono lavori in corso. Infatti, nel plesso che ospita la scuola dell’infanzia e quella della primaria, sono in svolgimento dei lavori edili per la creazione di un asilo nido. L’intero piano rialzato è un cantiere. Chiaro che senza un Dirigente scolastico che si occupi e segua l’evolversi di questa situazione, il dubbio che la scuola apra regolarmente il 15 di settembre sorge spontaneo, anche se la speranza che il tutto si normalizzi resta.
Il Collegio dei docenti dell’I.C. Acerno, che nel frattempo si era auto convocato, si è svolto presieduto dai collaboratori del Dirigente dello scorso anno scolastico che attraverso una circolare (la n. 349) dell’Ufficio Scolastico Provinciale, recante data 26 agosto ma apparsa sul sito dell’USP il 3 settembre – altra incomprensibile stranezza visibile a chiunque si colleghi al sito dell’USP -, sono stati incaricati di coordinare ed assicurare tutti gli adempimenti necessari al regolare inizio dell’anno scolastico. Ma questa è soltanto una toppa. Il disservizio resta. La mancanza di un Dirigente scolastico priva la scuola della sua naturale figura preposta alla guida.
La scuola di Acerno non è l’unica a vivere l’assurda situazione di essere senza Dirigente scolastico, ma paesi come Acerno che vivono un isolamento a causa della propria ubicazione geografica, dovrebbero essere presi in una considerazione diversa, non perché debbano essere preferiti, ma proprio in virtù dell’isolamento che già di per se è un handicap. Invece, l’assenza del Dirigente scolastico, quella del D.S.G.A. e la decimazione del personale ATA, insieme alla riduzione del numero dei docenti, stanno rendendo l’Istituto Comprensivo di Acerno la scuola dimenticata tra le scuole dimenticate, nell’apparente indifferenza di chi è preposto affinché queste situazioni non vengano a verificarsi.
Insomma, siamo al paradosso dei paradossi, verrebbe da sorridere se non si trattasse di una questione di una serietà assoluta che va a cadere sulle nuove generazioni, perché, sia chiaro, saranno loro a pagare le conseguenze di questa scellerata e poco accorta scelta di ridurre la scuola pubblica ad una barzelletta, ad un fastidio da eliminare. Il danno maggiore, e non è retorica, cadrà sui ragazzi e sulla loro istruzione. La storia raccontata in quest’articolo non è altro, infatti, che la diretta conseguenza della distruttiva politica che si sta adottando nella pubblica istruzione.
17 docenti di scuola primaria, più 6 di scuola dell’infanzia e 12 di scuola secondaria di primo grado, nonché 4 collaboratori scolastici ed una assistente amministrativa, non sanno cosa fare. A tutt’oggi non è possibile organizzare il lavoro amministrativo, didattico e logistico perché nessuno è autorizzato a prendere decisioni o ad incaricarsi di prendere iniziative assumendosi responsabilità che non sono autorizzate da una nomina.
Nonostante la buona volontà e l’impegno che il personale dell’I.C. Acerno sta mettendo nel cercare di portare avanti le problematiche che naturalmente affiorano all’inizio di un anno scolastico, risulta impossibile capire come si possa lasciare una scuola senza Dirigente scolastico e quindi senza la figura preposta a firmare carte, richieste del personale, verbali e quant’altro; senza la figura che si occupa di tenere i contatti con l’utenza, con l’Ente Locale che, soprattutto in questo periodo, dovrebbero essere costanti.
La situazione scolastica ad Acerno è disastrosa. In tutto ci sono 17 classi, di cui 3 sezioni della scuola dell’infanzia con orario prolungato e mensa, dislocate in 2 edifici separati, ciascuno con due piani, con in tutto 4 collaboratori scolastici, 2 per edificio, uno per piano. Questo numero esiguo di collaboratori scolastici rende impossibile assicurare un servizio di sorveglianza che si possa definire tale. Infatti, alla prima assenza forzata di una unità, verrà meno la garanzia di poter assicurare un’adeguata vigilanza e le difficoltà saranno enormi. Per non parlare dell’ufficio di segreteria. Allo stato attuale l’I.C. di Acerno ha una sola unità in segreteria, un’unica assistente amministrativa che dovrà svolgere, e sta svolgendo (ricordiamo l’assenza anche del D.S.G.A.), tutto il lavoro. Si provi ad immaginare se quest’assistente amministrativa si dovesse ammalare. Chi chiamerà il sostituto? Dopo quanto tempo si troverà? Dopo quanto arriverà? Chi svolgerà il lavoro in segreteria nel frattempo? Questo è lo specchio di quello che sta succedendo alla scuola pubblica. Il personale, che anche quest’anno ha subito una ulteriore diminuzione di unità lavorative tra docenti e non docenti, è ridotto ad un numero che è al di sotto dell’indispensabile.
Ma non è ancora tutto. Al momento, nell’I.C. di Acerno, ci sono lavori in corso. Infatti, nel plesso che ospita la scuola dell’infanzia e quella della primaria, sono in svolgimento dei lavori edili per la creazione di un asilo nido. L’intero piano rialzato è un cantiere. Chiaro che senza un Dirigente scolastico che si occupi e segua l’evolversi di questa situazione, il dubbio che la scuola apra regolarmente il 15 di settembre sorge spontaneo, anche se la speranza che il tutto si normalizzi resta.
Il Collegio dei docenti dell’I.C. Acerno, che nel frattempo si era auto convocato, si è svolto presieduto dai collaboratori del Dirigente dello scorso anno scolastico che attraverso una circolare (la n. 349) dell’Ufficio Scolastico Provinciale, recante data 26 agosto ma apparsa sul sito dell’USP il 3 settembre – altra incomprensibile stranezza visibile a chiunque si colleghi al sito dell’USP -, sono stati incaricati di coordinare ed assicurare tutti gli adempimenti necessari al regolare inizio dell’anno scolastico. Ma questa è soltanto una toppa. Il disservizio resta. La mancanza di un Dirigente scolastico priva la scuola della sua naturale figura preposta alla guida.
La scuola di Acerno non è l’unica a vivere l’assurda situazione di essere senza Dirigente scolastico, ma paesi come Acerno che vivono un isolamento a causa della propria ubicazione geografica, dovrebbero essere presi in una considerazione diversa, non perché debbano essere preferiti, ma proprio in virtù dell’isolamento che già di per se è un handicap. Invece, l’assenza del Dirigente scolastico, quella del D.S.G.A. e la decimazione del personale ATA, insieme alla riduzione del numero dei docenti, stanno rendendo l’Istituto Comprensivo di Acerno la scuola dimenticata tra le scuole dimenticate, nell’apparente indifferenza di chi è preposto affinché queste situazioni non vengano a verificarsi.
Insomma, siamo al paradosso dei paradossi, verrebbe da sorridere se non si trattasse di una questione di una serietà assoluta che va a cadere sulle nuove generazioni, perché, sia chiaro, saranno loro a pagare le conseguenze di questa scellerata e poco accorta scelta di ridurre la scuola pubblica ad una barzelletta, ad un fastidio da eliminare. Il danno maggiore, e non è retorica, cadrà sui ragazzi e sulla loro istruzione. La storia raccontata in quest’articolo non è altro, infatti, che la diretta conseguenza della distruttiva politica che si sta adottando nella pubblica istruzione.
sabato 24 luglio 2010
La sagra delle brutte figure
Considerazioni a seguito di quest'articolo:
Questo succede quando l'incompetenza viene messa nei posti decisionali di settori delicati come la conoscenza. Il Ministro Gelmini si sta, progressivamente ed inesorabilmente, dimostrando un'emerita incompetente. Un avvocato trasformata in Ministro che è in realtà un ragioniere il cui unico scopo è quello di far quadrare i conti economici a scapito, ovviamente, della formazione della conoscenza delle nuove generazioni. Ha fallito. Sia come Ministro che come ragioniere, visti i finanziamenti concessi - con ulteriore adeguamento al rialzo - alle scuole private. Ma soprattutto, ha fallito come politico.
Se ne torni a casa Ministro, e la smetta di fare danni alla pubblica istruzione che Lei, tra una brutta figura e l'altra, ha trasformato in distruzione.
Questo succede quando l'incompetenza viene messa nei posti decisionali di settori delicati come la conoscenza. Il Ministro Gelmini si sta, progressivamente ed inesorabilmente, dimostrando un'emerita incompetente. Un avvocato trasformata in Ministro che è in realtà un ragioniere il cui unico scopo è quello di far quadrare i conti economici a scapito, ovviamente, della formazione della conoscenza delle nuove generazioni. Ha fallito. Sia come Ministro che come ragioniere, visti i finanziamenti concessi - con ulteriore adeguamento al rialzo - alle scuole private. Ma soprattutto, ha fallito come politico.
Se ne torni a casa Ministro, e la smetta di fare danni alla pubblica istruzione che Lei, tra una brutta figura e l'altra, ha trasformato in distruzione.
sabato 8 maggio 2010
Lo sbaglio
Preferisco non mettere testi di canzoni.
Preferisco essere uno sbaglio che sbaglia con le proprie parole.
Preferisco essere io.
Preferisco capire che mi ritieni un tuo, anzi, tutti i tuoi sbagli senza cercare preamboli e parole.
Preferisco la sincerità sbagliata alla giusta menzogna.
Preferisco sbagliare senza volerlo fare.
Preferisco cercare di non sbagliare e non essere sbaglio.
Preferisco...
Preferisco essere uno sbaglio che sbaglia con le proprie parole.
Preferisco essere io.
Preferisco capire che mi ritieni un tuo, anzi, tutti i tuoi sbagli senza cercare preamboli e parole.
Preferisco la sincerità sbagliata alla giusta menzogna.
Preferisco sbagliare senza volerlo fare.
Preferisco cercare di non sbagliare e non essere sbaglio.
Preferisco...
sabato 27 marzo 2010
La mancanza di vergogna della stupidità travestita da intelligenza
Qui c'è gente - come questo Masi, Direttore generale della RAI e quindi dipendente statale pagato dai contribuenti - che non solo non ha pudore, soprattutto non ha dignità. "Santoro deve essere licenziato", come si permette questo "signor" Masi di sbraitare su chi deve essere licenziato? Solo perchè deve accontentare il padrone della SUA dignità finge di d...imenticare - e spera che lo dimentichino le persone che gli pagano lo stipendio - che ad essere intercettato con la propria dignità, prona e pronta ad essere sodomizzata, è stato lui. Se il "signor" Masi avesse un pò di buon senso anche soltanto pari ad un briciolo della propria vergognosa spudoratezza, si dimetterebbe chiedendo scusa ad i suoi datori di lavoro: gli italiani. E invece cosa fa? Degli italiani ne vuole spendere i soldi regalandoli agli avvocati che vuole coinvolgere attraverso il voler stabilire se Santoro ha violato un qualche cosa che solo il suo cervello di schiavo e schiavizzato crede di vedere. Invece su Minzolini - anc'egli dipendente statale - che, magicamente, "assolve" Mills nessuna parola, nemmeno involontaria. Quando persone come questo "signor" Masi spariranno dalla scena pubblica sarà sempre troppo tardi.
Alzi la mano chi vuole essere ancora preso per il culo.
Alzi la mano chi vuole essere ancora preso per il culo.
venerdì 29 gennaio 2010
Omaggio al più grande
"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato"
(W.Shakespeare)
P.S. Grazie ad A.
(W.Shakespeare)
P.S. Grazie ad A.
venerdì 22 gennaio 2010
Una preghiera: Lasciategliela fare (post ironico)
Non riesco, pur impegnandomi, a capire il perchè di tanto parlare intorno al "processo breve". Polemiche a non finire. Chi da del mafioso all'altro, chi dice che si stronca la giustizia, chi parla di legge "ad personam", chi urla di provvedimento anticostituzionale, chi paventa l'uccisione della Giustizia, etc etc...
Possibile che nessuno la legga come l'ho letta io? Sono l'unico? Ok, spiego il mio punto di vista. A mio parere, questi signori che, malauguratamente, ci ritroviamo al Governo, nel voler confezionare l'ennesima legge su misura per LUI, stanno facendo - involontrariamente, ovvio... - l'unica legge che va a favore di tutti i cittadini italiani, specialmente di questi tempi.
La crisi sta devastando il Paese, i licenziamenti proseguono con una progressione che fa spavento, le famiglie si ritrovano in mezzo ad una strada ogni giorno dall'oggi al domani in una spietata roulette russa che come unico motto ha "speriamo non tocchi a me". La disoccupazione sta andando verso picchi altissimi e non si arresterà. Il 2010 prevede, purtroppo, un ulteriore incremento delle persone che resteranno senza posto di lavoro, con una disperazione crescente e senza alcuna speranza, almeno fino a che il processo breve non sarà legge. Si, perchè il processo breve, lo ripeto, è l'unica via di salvezza per queste persone che si vedono chiusi in strade senza uscita. In che modo è la via d'uscita? Ma è semplice, nel momento in cui si sarà senza soldi per sfamare la propria famiglia, si potrà - grazie al processo breve - entrare in posti dove vengono custoditi denari e "chiedere" di averne un pò, una volta avuto ciò che si è "chiesto" ci si lascia prendere, da bravi cittadini onesti, e ci si lascia giudicare, e a quel punto non resterà che attendere l'incompiuto giudizio dei due anni e...et voilà...tutti a casa. Si lo so, lo so, sarebbe illegale, ma non ci perderemo mica in queste pignolerie, vero? D'altronde il Governo non poteva certo dirlo chiaramente qual era la soluzione alla perdita del lavoro, ma l'italiano però, che è di sopraffino intelletto, ha colto il messaggio che il Governo gli ha porto. Che meraviglioso Governo, ha pensato con questa legge a tutti coloro che vengono licenziati o che sono senza lavoro e deve anche prendersi tutte queste proteste al limite dell'insulto da questi nullafacenti del pensiero nei confronti dell'altrui persona. E basta attaccare Berlusconi ed il suo Governo. Questa legge è la prova provata ed inappellabile che il Governo Berlusconi pensa solo ed esclusivamente al popolo italiano. Ma ci pensate, un dipendente viene licenziato, e non ha bisogno di disperarsi, può non umiliarsi e, addirittura, può non manifestare per chiedere di essere reintegrato nel suo posto di lavoro, e tutto ciò grazie alla legge sul processo breve. E' il salvataggio della dignità.
Grazie, grazie e ancora grazie.
P.S. nel caso che ciò che avete "prelevato" è di consistente entità, non preoccupatevi, grazie all'altro geniale provvedimento a favore dell'italico popolo - lo scudo fiscale -, potrete riparare all'estero il "vostro" avere e, successivamente, riportarlo tra le vostre braccia in completo anonimato, il tutto lasciando soltano una piccola mancettina pari al 5% che vi farà sentire a posto con la coscienza e vi farà apprezzare l'operato del Governo Berlusconi. Se non sono leggi a favore del popolo queste...altro che leggi ad personam.
Possibile che nessuno la legga come l'ho letta io? Sono l'unico? Ok, spiego il mio punto di vista. A mio parere, questi signori che, malauguratamente, ci ritroviamo al Governo, nel voler confezionare l'ennesima legge su misura per LUI, stanno facendo - involontrariamente, ovvio... - l'unica legge che va a favore di tutti i cittadini italiani, specialmente di questi tempi.
La crisi sta devastando il Paese, i licenziamenti proseguono con una progressione che fa spavento, le famiglie si ritrovano in mezzo ad una strada ogni giorno dall'oggi al domani in una spietata roulette russa che come unico motto ha "speriamo non tocchi a me". La disoccupazione sta andando verso picchi altissimi e non si arresterà. Il 2010 prevede, purtroppo, un ulteriore incremento delle persone che resteranno senza posto di lavoro, con una disperazione crescente e senza alcuna speranza, almeno fino a che il processo breve non sarà legge. Si, perchè il processo breve, lo ripeto, è l'unica via di salvezza per queste persone che si vedono chiusi in strade senza uscita. In che modo è la via d'uscita? Ma è semplice, nel momento in cui si sarà senza soldi per sfamare la propria famiglia, si potrà - grazie al processo breve - entrare in posti dove vengono custoditi denari e "chiedere" di averne un pò, una volta avuto ciò che si è "chiesto" ci si lascia prendere, da bravi cittadini onesti, e ci si lascia giudicare, e a quel punto non resterà che attendere l'incompiuto giudizio dei due anni e...et voilà...tutti a casa. Si lo so, lo so, sarebbe illegale, ma non ci perderemo mica in queste pignolerie, vero? D'altronde il Governo non poteva certo dirlo chiaramente qual era la soluzione alla perdita del lavoro, ma l'italiano però, che è di sopraffino intelletto, ha colto il messaggio che il Governo gli ha porto. Che meraviglioso Governo, ha pensato con questa legge a tutti coloro che vengono licenziati o che sono senza lavoro e deve anche prendersi tutte queste proteste al limite dell'insulto da questi nullafacenti del pensiero nei confronti dell'altrui persona. E basta attaccare Berlusconi ed il suo Governo. Questa legge è la prova provata ed inappellabile che il Governo Berlusconi pensa solo ed esclusivamente al popolo italiano. Ma ci pensate, un dipendente viene licenziato, e non ha bisogno di disperarsi, può non umiliarsi e, addirittura, può non manifestare per chiedere di essere reintegrato nel suo posto di lavoro, e tutto ciò grazie alla legge sul processo breve. E' il salvataggio della dignità.
Grazie, grazie e ancora grazie.
P.S. nel caso che ciò che avete "prelevato" è di consistente entità, non preoccupatevi, grazie all'altro geniale provvedimento a favore dell'italico popolo - lo scudo fiscale -, potrete riparare all'estero il "vostro" avere e, successivamente, riportarlo tra le vostre braccia in completo anonimato, il tutto lasciando soltano una piccola mancettina pari al 5% che vi farà sentire a posto con la coscienza e vi farà apprezzare l'operato del Governo Berlusconi. Se non sono leggi a favore del popolo queste...altro che leggi ad personam.
venerdì 8 gennaio 2010
L'iniquo compenso
Ancora con questo "equo compenso". Io, e non solo io, lo vedo più come un "iniquo compenso".
Poi si lamentano della pirateria...
Poi si lamentano della pirateria...
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