domenica 20 febbraio 2011

Processo breve: legge ad populum

L'ironia ci salverà.

Non riesco, pur impegnandomi, a capire il perchè di tanto parlare intorno al "processo breve". Polemiche a non finire. Chi da del mafioso all'altro, chi dice che si stronca la giustizia, chi parla di legge "ad personam", chi urla di provvedimento anticostituzionale, chi paventa l'uccisione della Giustizia, etc etc...
La stranezza è che nessuno si accorge che, invece, il Governo nel voler confezionare — come dicono alcuni — l'ennesima legge su misura per Berlusconi, sta per varare l'unica legge che va a favore di tutti i cittadini italiani, specialmente di questi tempi.
La crisi sta devastando il Paese, i licenziamenti proseguono con una progressione che fa spavento, le famiglie si ritrovano in mezzo ad una strada ogni giorno dall'oggi al domani in una spietata roulette russa che come unico motto ha "speriamo non tocchi a me".

La disoccupazione sta andando verso picchi altissimi e non sembra si arresterà. Il 2011 sembra prevedere, purtroppo, un ulteriore incremento delle persone che resteranno senza posto di lavoro, con una disperazione crescente e senza alcuna speranza, almeno fino a che il processo breve non sarà legge. Si, perchè il processo breve è l'unica via di salvezza per queste persone che si vedono chiusi in strade senza uscita. In che modo? Semplice, nel momento in cui si sarà senza soldi per sfamare la propria famiglia, si potrà — grazie al processo breve e al Governo Berlusconi che lo ha varato — entrare in posti dove vengono custoditi denari e "chiedere" di averne un po’, una volta avuto ciò che si è "chiesto" ci si lascia naturalmente prendere da bravi cittadini onesti, ci si lascia giudicare, e, a quel punto, non resterà che attendere l'incompiuto giudizio che il processo breve produrrà e… tutti a casa.

Certo, ci sarebbe il piccolo particolare che il tutto sarebbe illegale, ma sarà sempre il processo breve a legalizzare il tutto. Infatti, nel momento in cui il giudizio decadrà per decorsi termini, tutto tornerà normale e nulla sarà mai accaduto. Nulla da dire. Grande l’intuizione di chi ha pensato questa legge. D'altronde il Governo non poteva certo dirlo chiaramente qual era la soluzione alla perdita del lavoro, ma l'italiano però, che è di sopraffino intelletto, ha colto al volo il messaggio che il Governo gli ha porto. Che meraviglioso Governo, ha pensato con questa legge a tutti coloro che vengono licenziati o che sono senza lavoro, e invece di ricevere le giuste soddisfazioni deve prendersi tutte queste proteste al limite dell'insulto da questi nullafacenti del pensiero nei confronti dell'altrui persona. Solo questo dovrebbe far capire che è ora di smetterla di attaccare Berlusconi ed il suo Governo. Questa legge è la prova provata ed inappellabile che il Governo Berlusconi pensa solo ed esclusivamente al popolo italiano. Ma ci pensate, un dipendente viene licenziato e non ha bisogno di disperarsi, può non umiliarsi e, addirittura, può non manifestare o adire alle vie legali per chiedere di essere reintegrato nel suo posto di lavoro, e tutto ciò grazie alla legge sul processo breve. E' il salvataggio della dignità.

E non è tutto. Infatti, nel caso che ciò che è stato "prelevato" fosse di consistente entità, non c’è di che preoccuparsi. Grazie all'altro geniale provvedimento a favore dell'italico popolo - lo scudo fiscale -, si potrà riparare all'estero il "proprio" avere e, successivamente, riportarlo tra le proprie braccia in completo anonimato, il tutto lasciando soltanto una piccola mancetta pari al 5% che metterà la coscienza posto e farà apprezzare l'operato del Governo Berlusconi. Se non sono leggi a favore del popolo queste, altro che leggi ad personam.

P.S. a scanso di equivoci, si precisa che questo post non invita a commettere illegalità, ma analizza con sarcastica ironia un argomento controverso quale è la legge sul processo breve

giovedì 17 febbraio 2011

Figure di M...asi

“Non mi dissocio da voi che, a differenza di altri programmi, rispettate in pieno le regole aziendali”. Queste le parole del direttore generale della rai Mauro Masi che, telefonando in diretta al programma L’isola dei famosi, resuscita la polemica — mai sopita — con Annozero e con Michele Santoro. Masi, facendo gli auguri alla conduttrice Simona Ventura, tesseva le lodi della trasmissione affermando che L’isola dei famosi è uno dei programmi di maggiore ascolto della rai.
Viene da chiedersi quali siano le regole aziendali che un programma come quello della Ventura può infrangere, forse quelle di non dare spazio a un dibattito regolato dalla par condicio? E inoltre, quali sarebbero, secondo il Masi pensiero, le regole non rispettate da Annozero? Forse quelle che Masi si auspicava venissero violate? È utile ricordare, a tal proposito, che quando Masi telefonò ad Annozero, Santoro chiese al direttore generale della rai se stesse violando le regole e che sarebbe andato in onda soltanto se le regole le stava rispettando. Masi, messo alle strette da Santoro, si contraddiceva e si smentiva rispondendo che Santoro non aveva infranto nessuna regola ma che avrebbe potuto farlo. Strano comportamento quello del direttore generale della rai, che denota e mette in risalto la poca serenità, le pressioni e il pregiudizio che, da parte di un direttore generale di un azienda, non dovrebbe esistere. Masi dovrebbe, infatti, avere comportamenti imparziali che, con Annozero, tali non sono stati. Basti pensare a tutto l’ostruzionismo fatto nei confronti di Santoro e della sua trasmissione al fine di evitarne la messa in onda. Tra l’altro, la prova che Santoro non ha violato nessuna regola, è dimostrata dal fatto che Annozero va regolarmente in onda e, se si esclude la puntata del 13/01/2011, ha fatto ascolti che oscillano tra il 19,19% ed il 25,72% di share. Numeri altissimi che, in periodi di magra come quelli che la rai sta vivendo, sono ampie boccate d’ossigeno per le casse della tv pubblica. Chissà se Masi vedendo questi numeri, tra un tentativo di farla chiudere e l’altro, chiamerà Annozero per complimentarsi per gli ascolti.